sabato, 27 Aprile 2024

Appello a un trattato dell’ONU sull’inquinamento da plastica

L’8 settembre 2021 si è tenuta una conferenza presso il congresso dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Politici, diplomatici e personaggi influenti si sono riuniti per parlare di un possibile trattato vincolante delle Nazioni Unite sull’inquinamento da plastica. Le negoziazioni si terranno a febbraio 2022.

L’embrione di un trattato sull’inquinamento da plastica

L’1 e 2 settembre ha avuto luogo a Ginevra la Conferenza Ministeriale Internazionale sui rifiuti marini e l’inquinamento da plastica. In questa occasione, Perù e Ruanda hanno proposto una draft-resolution (la bozza di una risoluzione delle Nazioni Unite) per un trattato contro l’inquinamento da plastica, vincolante per la Comunità Internazionale, che spinga a sostituire la plastica con materiali alternativi.

La draft-resolution è stata promossa da tutti gli stati membri dell’Unione Europea, nonché da Senegal, Costa Rica, Norvegia, Guinea, Svizzera e Filippine. Grazie a questo, verrà finalmente discussa a Nairobi dall’Assemblea per l’Ambiente delle Nazioni Unite a febbraio 2022.

La conferenza “The call for a UN treaty on plastics”

L’8 settembre, poi, si è tenuta conferenza presso il congresso dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), che ha riunito politici, diplomatici e personaggi influenti per parlare della draft resolution. Marco Lambertini, Direttore Generale di WWF International, ha affermato che nel 2040 la produzione della plastica raddoppierà, e la quantità accumulata negli oceani arriverà a 600 milioni di tonnellate. Inoltre, le emissioni di gas derivanti dal ciclo di produzione della plastica rappresenteranno il 20% del bilancio globale del carbonio, incidendo in modo devastante sulla crisi climatica.

Per questo, Lambertini ha esortato le Nazioni Unite a negoziare un trattato che fermi la dispersione della plastica nell’ambiente entro il 2030. Serge Segura, ambasciatore degli Oceani in Francia, ha incitato all’azione: “La scienza è stata finora utilizzata per studiare i cambiamenti climatici, ora abbiamo bisogno che la scienza lavori con le industrie” per produrre materiali alternativi alla plastica. Segura ritiene fondamentale anche la sensibilizzazione dei consumatori, perché si impegnino ad acquistare prodotti ecosostenibili. Mark Minnieboo, Direttore Regionale per Plastic Oceans in America Latina, ha evidenziato l’importanza del sostegno del settore secondario.

Attualmente, le industrie petrolchimiche stanno investendo 400 miliardi di dollari per produrre nuova plastica, quando dovrebbero piuttosto abbracciare un’economia circolare in cui questo materiale venga riciclato.

Via alle negoziazioni per un mondo plastic-free

Peter Thomson, inviato speciale del Segretario Generale dell’ONU per gli Oceani, ha sottolineato che il problema nasce dalla comodità della plastica, in quanto materiale usa-e-getta (definito “cheap nasty throw-away product” dallo stesso Thomson). Infatti, la possibilità di gettare il flacone di plastica vuoto nell’immondizia, oltre che al costo ridotto, spingono i consumatori farne largo uso.

Oggi più che mai, invece, è indispensabile abituarsi a riutilizzare gli oggetti, scegliere materiali biodegradabili e riciclare. Peter Thomson ha infine augurato che le negoziazioni presso l’Assemblea dell’ambiente dell’ONU a febbraio 2022 vadano a buon fine, e che un trattato contro l’inquinamento da plastica spinga la Comunità Internazionale a impegnarsi per un mondo plastic-free.

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Luce Pagnoni

Giovani Reporter
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