venerdì, 26 Aprile 2024

Donne in guerra: il caso Night Witches

A partire dagli anni ’70, gli eserciti occidentali hanno cominciato ad ammettere le donne al servizio militare. Tuttavia, oggi solo alcuni di loro permettono alle donne di ricoprire ruoli di combattimento attivo: Australia, Nuova Zelanda, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Italia, Germania, Norvegia, Israele, Serbia, Stati Uniti, Svezia e Svizzera. Un caso a sé Israele, dove il servizio militare femminile ad oggi è obbligatorio e dura 24 mesi (contro i 36 degli uomini). Le donne israeliane arrivano ad costituire il 34% delle forze armate.

Esistono tuttavia esempi precedenti di battaglioni femminili: uno fra tutti quello delle Night Witches.

Le “Streghe” con il loro comandante, Evdokiya Bershanskaya, in primo piano a destra (Foto archivio flickr.com)

Durante la seconda guerra mondiale diversi paesi impiegarono le donne in servizi ausiliari: gli Stati Uniti con le WAVES dell‘US Navy e il Regno Unito con il Women’s Royal Naval Service. L’URSS si distinse invece per la formazione di veri e propri battaglioni femminili, seguendo il precedente della Russia imperiale, quando già diversi ne erano stati formati ed erano operativi fin dalla prima guerra mondiale.

Il più famoso tra questi battaglioni fu quello delle cosiddette Night Witches. Questo fu il soprannome che gli avversari tedeschi diedero alle donne pilota del 588º Reggimento bombardamento notturno.

Il 588° regimento aereo

I piloti sovietici che ci danno più problemi sono donne. Donne! Non temono nulla, vengono di notte a tormentarci con i loro obsoleti biplani e non ci fanno chiudere occhio per molte altre notti

Capitano Johannes Steinhoff
Le “Streghe della notte”. Da sinistra a destra: Rufina Gasheva, Irina Sebrova, Natalya Meklin, Marina Chechneva, Nadezhda Popova, Serafima Amosova-Taranenko, Evdokiya Nikulina, Evdokiya Bershanskaya (comandante del 588° Reggimento), Mariya Smirnova ed Evgheniya Zhigulenko. (Archivio Olga Shirnina)

Il 588° era il battaglione specializzato nel bombardamento notturno. Grazie alle straordinarie prestazioni delle sue aviatrici, ottenne il maggior numero di successi e di piloti decorati, superando anche i migliori squadroni maschili. I risultati che ottennero erano all’inizio impensabili, considerando i mezzi obsoleti che avevano a disposizione.

L’aereo in dotazione era il Polikarpov PO-2, un biplano biposto degli anni ‘20. Costruito prevalentemente in legno e tela, era inizialmente destinato a scopi civili e al trasporto di feriti e della posta. Era un velivolo lento: la velocità massima era di 140 Km/h, molto inferiore alla velocità di stallo degli aerei da combattimento della Luftwaffe. Per questa ragione però, i tedeschi non potevano rallentare per inquadrare nel collimatore il biplano sovietico ed erano perciò costretti ad ampliare l’angolo di virata per colpire il nemico. Così facendo permettevano alle aviatrici di dileguarsi nel buio.

Non era equipaggiato con dotazioni ottiche, strumenti per il volo notturno e radio. Addirittura, il meccanismo di sgancio delle bombe tendeva ad incepparsi e questo costringeva la navigatrice a sporgersi al di fuori della carlinga per sganciare manualmente l’ordigno.

Un Polikarpov Po-2, ripreso durante la Seconda Guerra Mondiale (Foto, Sovfoto/Uig, Getty Images)

Un’altra difficoltà che le aviatrici sfruttavano a loro favore era la leggerezza del biplano, che poteva planare lungamente anche con il motore al minimo dei giri. Si potevano avvicinare all’obiettivo senza essere scoperte e colpirlo con precisione letale. Nonostante le bombe che trasportavano non fossero potenti, i biplani sovietici portavano morte e scompiglio per poi sparire nel nulla; divennero un vero e proprio incubo per l’esercito e l’aviazione tedeschi.

Madre delle Night Witches: Marina Raskova

Marina Raskova (Archivio Olga Shirnina)

Marina Raskova è stata la pilota sovietica che maggiormente ha colpito l’immaginario collettivo. Questo deriva dal fatto che gli occidentali faticano ancora a concepire le donne-soldato, mentre in Unione Sovietica, come oggi in Israele, era ed è ancora una prassi comunemente accettata.

La Raskova, che nell’agosto 1935 aveva partecipato alla prima trasvolata femminile da Leningrado a Mosca, il giorno dopo l’inizio della Operazione Barbarossa cominciò a ricevere lettere dalle giovani aviatrici russe che chiedevano di essere impiegate in prima linea. In qualità di membro del Soviet Supremo, si recò presso le autorità militari perorando la causa delle mittenti, che avevano conseguito il brevetto di volo prima della guerra. La risposta favorevole della autorità doveva comunque essere sottoposta al via libera di Stalin, il quale inizialmente espresse delle riserve:

«Le future generazioni non ci perdonerebbero il sacrificio di tante giovani.»
«Loro accorreranno al fronte ugualmente. Lo faranno da sole e sarà peggio se ruberanno gli aerei per andare a combattere.» rispose Raskova

Proprio in quei giorni, alcune delle aviatrici respinte presero un aereo da caccia e volarono in prima linea senza permesso. Poco dopo arrivò l’autorizzazione e fu stabilito che dal 1° dicembre 1941 sarebbero state costituite tre unità femminili, preparate per il volo da combattimento organizzati dalla Raskova. Iniziò così la storia delle eroiche ragazze-pilota dell’Unione Sovietica nella “Grande Guerra Patriottica”.

Marina Raskova morì il 4 gennaio 1943 a Stalingrado mentre tentava un atterraggio d’emergenza in assenza di visibilità sulla riva del Volga. Le sue spoglie sono conservate nelle mura del Cremlino, assieme ai grandi leader ed eroi sovietici.

Le missioni e le onorificenze

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Evdokiya Bershanskaya, comandante del 46th Guardie Taman (ex 588°) dà le ultime istruzione
al suo equipaggio prima del decollo,  Evdokiya Nosal e Nina Ulyanenko. (Archivio Olga Shirnina)

Il battesimo del fuoco delle streghe avvenne in Ucraina l’8 giugno 1942 sotto la guida di Evdokya Bershanskaya. La Bershanskaya contribuì a sviluppare le tattiche di bombardamento adottate dalle Night Witches. Il comando le fu assegnato dalla stessa Raskova. In un primo momento, la Bershanskaya risultò titubante poiché si sentiva inadeguata a comandare un reggimento militare. Alla fine Evdokya guidò il suo 588° Reggimento dalla costituzione alla fine della guerra, in un continuo crescendo di successi. Diventò un punto di riferimento per i suoi superiori, ai quali garantiva prontezza ed efficienza. In ogni momento aveva sempre disponibili equipaggi e aerei per le missioni alle quali partecipava spesso in prima persona.

Le pilote decollavano a intervalli regolari, anche per evitare collisioni in atterraggio, giungendo una alla volta sull’obiettivo. Ogni biplano si trovava quindi a fronteggiare l’intero sistema di contraerea. Le Streghe svilupparono allora una nuova tattica di bombardamento che consisteva nel far decollare a distanza ravvicinata due Polikarpov: mentre contraerea e riflettori inquadravano il primo aereo, il secondo bombardava indisturbato.

Nel 1943, il 588° reggimento fu ribattezzato “46° reggimento Guardie di Taman per il bombardamento leggero notturno“, per i meriti ottenuti in battaglia. Alla fine del conflitto, 23 donne pilota ebbero l’onorificenza di Eroine dell’Unione Sovietica. Evdokya Bershanskaya ottenne il grado di Colonnello, unica donna decorata con l’Ordine di Suvorov, per le sue eccezionali doti di comandante.

Staff  del 46° Reggimento delle Guardie da Bombardamento Notturno “Taman”, ex 588, maggio 1945. Prima fila, da sinistra a destra: Nina Vlkova, Irina Rakobolskaya (vice comandante di Reggimento), Anna Elenina. Seconda fila: Maria Marina, Olga Fetisova, Hiuaz Dospanova. (Archivio Olga Shirnina)

In teoria era l’unità militare più fragile della Seconda Guerra Mondiale, destinato a soccombere sotto l’attacco dell’esercito tedesco, meglio addestrato ed equipaggiato. Invece le Witches seppero trasformare le loro debolezze in forza. Si guadagnarono sul campo molte medaglie, compresa la riconoscenza dei loro commilitoni e anche la stima dei nemici battuti, diventando leggenda.

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Sara Valentina Natale
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Sara Valentina Natale. Laureata in Studi Internazionali, ho scelto di proseguire i miei studi con un master in Corporate Communication, Lobbying & Public Affairs a Roma . Adoro scrivere, fare polemica e bere Gin. Aspirante femminista, europeista incallita, sportiva occasionale.

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