martedì, 16 Aprile 2024

La città dei vivi: il podcast di Nicola Lagioia sull’omicidio di Luca Varani 

Sono arrivata in ritardo, lo so. Forse però, la straordinarietà di un qualcosa si coglie nel momento in cui la fiamma del successo si affievolisce. Quando una novità, sia essa televisiva, letteraria o cinematografica, è accompagnata dalla popolarità è facile parlarne e raccontarla ad altri. Sono arrivata in ritardo perché un giorno qualsiasi ad un ora qualsiasi, sono inciampata su uno spaccato di vita incredibile, che non può, per nulla al mondo, meritare il silenzio. Nicola Lagioia, con il podcast La città dei vivi prodotto da Chora Media, ha trascinato me e le mie paure in un abisso tanto profondo quanto viscerale. Quell’abisso che non si riesce a spiegare, perpetrato da una declinazione di male che, forse, non potrà mai essere compresa.

Nicola Lagioia: la città dei vivi è anche quella dei morti 

Tante volte sono capitata di fronte alla domanda «che cos’è il male?». Un interrogativo tanto semplice che ha portato i migliori filosofi e studiosi a tentare una risposta. Ho letto tanto, ascoltato tanto, ma non sono mai stata pienamente soddisfatta dalle varie dissertazioni. Da piccola, pensavo che il male fosse insidiato nella maleducazione, nel non salutare la vicina di casa, nel non rispondere con un “grazie” o nel pronunciare una cattiva parola. Adesso, a distanza di anni, quella certezza è volata via, come fumo, cenere. 

La città dei vivi, tratta dal libro omonimo pubblicato nel 2020 da Einaudi e vincitore del Premio Lattes Grinzane 2021, è un podcast, a tratti, indigeribile. Nicola Lagioia ci conduce, mano per mano, all’interno dell’oscurità di Roma, in un quartiere specifico, in un appartamento preciso, dentro una storia dissacrante e indimenticabile.

Nella periferia romana, il 4 marzo 2016 viene ucciso Luca Varani, di 23 anni. 

La città dei vivi: il male è qui, ma noi non lo vediamo 

Un delitto, tre ragazzi, un omicidio senza movente che sembra essere un rituale, un sacrificio. Il 4 marzo 2016 Luca Varani, un ragazzo qualsiasi – come me, te, noi – viene ucciso da Manuel Foffo e Marco Prato. Il podcast, di 7 episodi, non accusa, non si fa giudice di una strage inumana. È un’indagine sul male, sulla responsabilità e sulla sottile distanza che separa tutti noi da un assassino. 

Lo scenario lo conosciamo bene, la città eterna, Roma. La città che tutti, almeno una volta nella vita, hanno visitato o desiderano visitare. Roma è bella, seducente, disarmante. È talmente tanto incantevole che devi sbattere gli occhi più volte per essere sicuro di non star sognando. 

Roma è la città dei vivi, di tutti i turisti che la calpestano ogni giorno, delle migliaia di persone che la abitano. Roma è anche la città dei morti, degli imperatori seppelliti, delle grandi personalità e dei volti qualsiasi, risucchiati da un vortice non del tutto definito.

La città dei vivi: un’indagine sull’umano

La voce di Nicola Lagioia ripercorre tutti i fatti, in maniera minuziosa ed estremamente precisa. La cronaca è cronaca, è quella dei giornali e della televisione. La cronaca è oggettività, sterilità. Un ragazzo ucciso da altri due, senza un perché preciso, senza una spiegazione razionale. Ma è proprio un perché inesistente che spinge il giornalista a voler indagare più a fondo, dentro l’oscurità della mente, buia, cupa, che non lascia via d’uscita.

«Tutti temiamo di vestire i panni della vittima. Viviamo nell’incubo di venire derubati, ingannati, aggrediti, calpestati. Preghiamo di non incontrare sulla nostra strada un assassino. Ma quale ostacolo emotivo dobbiamo superare per immaginare di poter essere noi, un giorno, a vestire i panni del carnefice?»

Luca Varani, il ragazzo di 23 anni portato alla morte dopo sevizie e torture. Una verità inspiegabile, sconvolgente, che solleva le domande più inquietanti, quelle che fanno fatica a trovare una risposta.

«Stupenda e misera città»

Era una fredda giornata d’inverno, così incominciano quasi tutte le storie. La mia giornata, però, era proprio così: grigia, spenta, vuota. Ero sopra un autobus, di ritorno verso Roma. Non è la mia città e forse non lo sarà mai, la sua straordinaria ambiguità la rende ai miei occhi tanto vicina, quanto lontana.

Sono sopra quell’autobus, ho il viso al finestrino e la mente sulle montagne dell’entroterra. Non ho la testa per ascoltare musica, ho pensieri altrove. Ho il telefono tra le mani e mi imbatto, per caso, senza un perché, su una frase: La città dei vivi.

Senza saperlo, quella città era per me Roma.

Il podcast di Nicola Lagioia è verità, non solo quella delle cartelle giudiziarie, ma la verità dell’umano. La letteratura non giudica, scava. 

Roma, la città dei morti, dei vivi, delle stragi, delle mille vittorie. L’indomabile realtà che ci calpesta, come se fosse lei turista delle nostre vite. 

Roma, scenario e spettacolo al tempo stesso. 

Roma, naufragio e tempesta.

Roma, stupenda e misera.

Roma, cenere e fenice. 

Roma, vita e morte. 

Asia Vitullo
Asia Vitullohttps://www.sistemacritico.it/
Asia Vitullo, abruzzese, classe 1997. Laureata in Filologia Moderna ad Urbino, proseguo il mio cammino tra i letterati, un po’ come il protagonista di Midnight in Paris, sorseggiando un tè e sognando la Torre Eiffel. Adoro il cinema, il teatro e gli ossimori. La mia più grande fonte di ispirazione è Pier Paolo Pasolini e vivo nella speranza di poter dare ancora una voce alle sue parole.

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