venerdì, 29 Marzo 2024

Mamma dammi 1000 € che l’affitto devo pagar

Il fenomeno dei fuori sede

“Mamma dammi 1000 € che l’affitto devo pagar” non è il remake del canto popolare “mamma dammi 100 lire che in America voglio andar” composto nella seconda metà del Diciannovesimo secolo, ma è la realtà oggi per 600 mila studenti universitari.

Le ragioni delle migrazioni di cervelli in Italia sono molteplici: c’è chi vuole provare a vivere delle prime esperienze in autonomia o indipendenza dal nucleo familiare di origine, chi per scelta o necessità si trasferisce per studi, chi per provare a vivere in ambienti diversi e mettersi in gioco.

Una cosa però è certa: sono presenti sul territorio nazionale determinati flussi che in prevalenza hanno origine al Sud Italia e si muovono in direzione Centro-Nord. Questi flussi hanno comportato nel tempo la creazione di un mercato in continua espansione: quello degli affitti brevi.

Oltre all’oltre mezzo milione di studenti universitari fuorisede (corrispondente a un terzo del totale degli iscritti alle università), si aggiungono i lavoratori fuorisede di età compresa tra i 18 e i 30 anni arrivando così a toccare i 5 milioni di affittuari.

Un mercato prosperoso

Quello degli affitti brevi è un mercato da non sottovalutare che può essere estremamente profittevole per i locatori o per tutti i proprietari di una seconda abitazione da cedere in affitto a giovani inquilini. I vantaggi sono evidenti e vanno dagli alti profitti alla sproporzione tra domanda e offerta poiché il numero di case in affitto, dato il mercato vantaggioso, sta crescendo ma non riesce a tenere i ritmi di incremento del numero di fuorisede.

Osservando gli studenti universitari in Italia si nota un aumento del 15% circa degli iscritti e del 3% nel numero di fuorisede negli ultimi 4 anni.

Inoltre se la nuova proposta di legge verrà trascritta sulla Gazzetta Ufficiale, da settembre gli oltre 100 mila iscritti alle università telematiche si ritroveranno a dover scegliere se continuare nella stessa città di residenza o trasferirsi.

A questi numeri si aggiungono i lavoratori fuorisede che sono in continuo aumento date le esigenze del mercato del lavoro.

Per di più è un mercato che si rinnova di continuo e quindi non stantio e immobile, dal momento che gli studenti completando i cicli di studi o cambiando città per i corsi magistrali o i lavoratori avendo nuove opportunità, lasciano le case in cui vivono per cercarne di nuove.

Gli affitti

Studenti e lavoratori fuorisede, come detto, usufruiscono di contratti brevi che comportano delle agevolazioni e semplificazioni a locatore e conduttore.

Inoltre è interessante sottolineare che spesso gli inquilini, data la giovane età, vivono da soli e quindi l’affitto è rivolto a ogni singola camera e non alla totalità dell’appartamento, come sarebbe se ci vivesse un nucleo familiare. Ciò comporta un alto profitto per i locatori che hanno avuto (giustamente) l’astuzia di inserirsi nel mercato degli affitti brevi in continua espansione e di cogliere l’opportunità che si è presentata.

Il prezzo varia a seconda della regione o della città ma mediamente è di 325 € al mese (utenze escluse). Il mercato ha però un valore più alto di 325 € mensili pro capite dal momento che la stragrande maggioranza degli studenti è interessata al Centro-Nord Italia dove gli affitti sono decisamente più alti fino a sfiorare i 700 € medi al mese a Milano. Il divario per il prezzo degli affitti tra Nord e Sud non è indifferente ma d’altronde l’abisso tra domanda e offerta e il generale aumento dei prezzi ha comportato un aumento del costo degli affitti dell’11% nel 2023.

Profitti e bisogni

Ciò dimostra ancora una volta quanto sarebbe conveniente per i proprietari di appartamenti sfitti (circa 7 milioni) entrare in questo mercato al giorno d’oggi e quanta richiesta per i fuorisede di spostarsi e vivere in nuove realtà. Dopotutto per i ragazzi sono esperienze che cambiano la vita e l’età giusta per mettersi in gioco è proprio quella tra la maggiore età e i trent’anni circa. Per vivere da fuori sede (nel caso in cui se ne avesse la possibilità) a volte è necessario fare dei sacrifici, ma una cosa è certa: ne varrà la pena!

Le domande da farsi sono: come si possono rendere più accessibili gli affitti? Come garantire il diritto allo studio o al lavoro per i fuori sede?

Giovanni Domenicucci
Giovanni Domenicuccihttps://www.sistemacritico.it/
Non sopporto la montagna, non credo nei principi scout, non parlo mai di politica, non mi piace dibattere su questioni giuridiche e dico bugie. Studio giurisprudenza nella città che ritengo, a mani basse, stupenda: Trento.

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