venerdì, 29 Marzo 2024

Stereotipi nel cinema: il love interest femminile

Come ben sappiamo, con la comparsa e la rapida diffusione del virus Covid-19, la vita sociale è diventata praticamente inesistente live ma si è trasferita del tutto sui social, in particolar modo durante il primo lockdown o durante la cosiddetta “zona rossa”.

Se prima organizzare un appuntamento con gli amici poteva prevedere un caffè o uno spritz in questi periodi particolari ci si è adattati per trovare nuovi metodi di interazione ed uno di questi è stato sicuramente iniziare una serie tv o un film insieme ai propri amici o al proprio partner per poi discuterne su whatsapp. Non è una sorpresa scoprire che ormai le piattaforme di streaming come Netflix, la più conosciuta, hanno raggiunto il miliardo di abbonati nel mondo.

La rappresentazione dell’innamorata

Data la scorpacciata di ore passate davanti al piccolo schermo e data la grande probabilità che nella serie tv che state guardando al momento ci sia una storia d’amore tra due personaggi cis-het, questo articolo vuole indagare la rappresentazione del love interest femminile: un’analisi tra stereotipi, caricature e distorsione del loro carattere.

Sorvolando sull’aspetto e sul carattere del protagonista maschile della storia d’amore, soffermiamoci invece sulla donna per cui egli perderà la testa e presentiamola con un elenco di aggettivi: deve essere bella (ovviamente) ma in modo naturale, acqua e sapone, deve essere colta, deve essere appassionata di qualcosa che non sia femminile e dunque frivolo, come ad esempio motori o elettronica, piuttosto che make-up o moda, non dimentichiamoci che per essere diversa dalle altre deve essere dotata di uno spiccato senso dell’umorismo e saper ridere anche di battute prettamente maschiliste, poi preferisce bere una birra davanti alla partita piuttosto che uscire con le amiche – con l’amica stupida e bionda, per intenderci – e infine deve essere un po’ schiva e meglio se non troppo bisognosa di affetto.

Megan Fox in Transformers

Chi vi viene in mente? La lista è lunga, da Robin Scherbatsky (How I Met Your Mother) a Mikaela Banes (Megan Fox in Transformers) a Mila Kunis in Friends With Benefits. Ovviamente non c’è nulla di sbagliato nel ritrovarsi nella descrizione precedente o nel provare attrazione per chi rispetta quei canoni, quello che c’è di sbagliato è il protrarre stereotipi di associazioni negative. Il colore rosa e i capelli biondi non sono fattore di stupidità così come la passione per gli abiti alla moda; questo sembrano farci credere spesso le rappresentazioni cinematografiche in cui tutto ciò che è visto come estremamente femminile è automaticamente leggero e futile.

Salta subito all’occhio come per essere degna di nota l’innamorata debba avere gusti tipicamente (sempre per una questione di stereotipi) maschili, forse perché considerati più seri e pragmatici?

Un altro tipo di personaggio

Un altro stereotipo di love interest femminile è la “manic pixie dream girl”, titolo coniato dal critico cinematografico Nathan Rabin a partire dal personaggio di Kirsten Dunst nel film del 2005 Elizabethtown ma che ritroviamo, per citarne solo alcuni, anche con Kate Winslet in The Eternal Sunshine Of The Spotless Mind, o con il personaggio di Ramona Flowers in Scott Pilgrim Against The World.

Kate Winslet in “Se Mi Lasci Ti Cancello”

Questo tipo di ragazza che rappresenta il love interest ha uno stile stravagante, capelli di colori accesi, dice ciò che le passa per la mente senza mezze misure e il suo unico developement all’interno della trama è trasferito sul personaggio maschile, che lei aiuterà ad esplorare il mondo e soprattutto la sua sensibilità interiore essendo misteriosa ed estroversa allo stesso tempo.

E’ molto importante riconoscere quanto il cinema sia il veicolo più immediato per le ragazze che stanno crescendo e che si trovano alle prime esperienze con il ricercare una propria individualità paradossalmente prendendo esempio da un personaggio che nel film funziona, piace, riesce nei suoi intenti, proprio per questo motivo gli stereotipi portati avanti in questo ambiente sono tossici.

Conclusione

Da questi si sviluppa l’idea che una donna a cui piacciono effettivamente cose definite “da donna” secondo la società automaticamente non è diversa dalle altre (come se fosse sbagliato) e perciò è superficiale.

Questo è lo stesso filone di pensieri per i quali una ragazza non è libera di farsi piacere nulla senza poi essere presa in giro o sminuita per il suo gusto. Hai la maglia dei Nirvana? Sicuramente lo fai per sembrare una cool e grunge ma in realtà non li ascolti. Giochi ai videogames? Lo fai per piacere agli uomini!

La rappresentazione per stereotipi è distruttiva, per entrambi i sessi ovviamente, riuscire a resistere a questo continuo brainwashing è complicato e forse impossibile, la differenza lo fa l’essere consapevoli e attenti alle realtà che sono rappresentate senza prenderle sempre come veritiere e sacre.

Benedetta Mancini
Benedetta Mancini
Studentessa di lettere moderne che ora è passata al mondo della comunicazione, fan della cultura in tutte le sue forme...il mio guilty pleasure è quella pop. Tratti salienti: un po’ troppo amante delle virgole.

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