giovedì, 25 Aprile 2024

Apartheid ≠ Fratellanza

La scomparsa di de Klerk

Il giorno 11 novembre 2021 è venuto a mancare Frederik de Klerk. A capo del Partito Nazionale (National Party, NP, formazione politica sudafricana di estrema destra nazionalista) dal 1989 al 1997, in qualità di capo di Stato, accompagnò il Paese dall’apartheid al post-segregazione razziale, avviando negoziati che si conclusero con l’estensione degli stessi diritti civili dei bianchi a tutte le etnie del Sudafrica e ponendo fine alla trentennale carcerazione di Nelson Mandela, attivista per i diritti delle persone nere nel Paese.

In ragione di tali riforme sociali e civili fu destinatario del premio Nobel per la pace del 1993 insieme allo stesso Mandela. Quando quest’ultimo divenne suo successore alla presidenza del Sudafrica, de Klerk ne divenne il vice tra il 1994 e il 1996; si ritirò dalla politica attiva nel 1997.

È stato l’ultimo presidente bianco del Sudafrica. Celebre è la sua frase: “My ideal is that what we should do is to, to also rise above that and to achieve true non-racialism.”.

Il contrasto normativo con la DUDU

Siamo tutti a conoscenza di cosa sia l’apartheid (dall’afrikaans “separazione”) e di cosa abbia significato per tutte le etnie non bianche del Sudafrica.

È interessante notare come diverse leggi sudafricane siano in contrasto con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (DUDU) e di come, proprio durante la votazione per l’approvazione di quest’ultimo documento promosso dalle Nazioni Unite nel 1948, tra gli astenuti vi fu il Sudafrica, la cui posizione può essere attribuita al tentativo di proteggere il sistema dell’apartheid, che violava chiaramente diversi articoli della dichiarazione.

Land Act

Tra le leggi sudafricane più interessanti troviamo il Land Act che dal 1913 proibisce ai blacked (circa il 67,7% della popolazione) di possedere terra al di fuori di determinate aree, chiamate riserve, che corrispondono circa all’8,7% del territorio del Paese.

Questa disposizione normativa è chiaramente in disaccordo con l’art. 17 DUDU che recita: “Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà sua personale o in comune con altri.”.

Il Land Act continua: “Per gli agricoltori afrikaans diventa illegale lavorare come coloni o mezzadri, possono solo farlo come stipendiati, oppure dando 90 giorni di lavoro gratuito in cambio dell’uso di un pezzo di terra per un anno.“.

È possibile notare un forte contrasto con l’art. 23.1-2 DUDU: “Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell’impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione. Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.”.

Industrial Conciliation Act e il Wages Act

Le differenze tra blacked e white si fecero sempre più nette, tanto che nel 1924 viene emanato l’Industrial Conciliation Act, il quale vieta la rappresentanza sindacale ai blacked. Nel 1925 il Wages Act stabilì un minimo contrattuale per i lavoratori non qualificati, ma solo se bianchi.

A rispondere è sempre l’art. 23 DUDU che ai commi 3 e 4 afferma: “Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale. Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.”.

Native Urban Areas Act

Nel 1923 il Native Urban Areas Act previde la separazione degli spazi urbani residenziali riservati ai neri, e ne regolava anche l’afflusso alle città.

Quest’ultima legge si trova in conflitto con l’art. 13.1 DUDU: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.”.

Apartheid: uno slogan vincente

Nel 1948 il National Party vinse le elezioni politiche dopo una campagna condotta all’insegna di un unico slogan: Apartheid. Le leggi di segregazione razziale si moltiplicarono, e toccarono qualsiasi diritto civile, persino quello di camminare fianco a fianco.

Prohibition of Mixed Marriage Act

Nel 1949 venne emanato il Prohibition of Mixed Marriage Act, il quale vietava i matrimoni fra bianchi e neri.

Non è da non considerare la divergenza con l’art. 16.1 DUDU: “Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all’atto del suo scioglimento.”.

Immorality Amendment Act

Nel 1950 con l’Immorality Amendment Act venne vietato qualsiasi tipo di rapporto sessuale fra bianchi e neri. Per controllare il rispetto della legge, la polizia faceva irruzione nelle case private.

Questa legge, oltre a essere in contrasto con l’art. 16 DUDU prima citato, è anche in discordanza con l’art.12 DUDU: “Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesioni del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.”.

Una nuova speranza

La storia del Sudafrica è tristemente ricca di leggi simili che non hanno fatto altro che negare i diritti di milioni di persone. La strada della democrazia iniziò negli anni ’90, quando il 2 febbraio del 1990 l’allora presidente Frederik Willem de Klerk riabilitò tutti i gruppi politici di opposizione al regime, compreso l’ANC (African National Congress) di Nelson Mandela (che viene scarcerato) e con il quale nel 1991 iniziò il cammino del dialogo.

Nel corso dell’anno vennero abrogate una serie di leggi simbolo dell’apartheid (Land Act, Separate Amenities Act, Group Areas Act, Population Registraon Act).

Nel 1993 si raggiunse l’accordo per una nuova Costituzione, l’anno dopo, nel 1994, il 27 aprile venne eletto presidente Nelson Mandela. Questo giorno segnerà la fine dell’apartheid e verrà festeggiato negli anni a venire come la “la Festa della Libertà”. Nelson Mandela raccolse una sfida storica e la interpretò in nome della totale pacificazione e della democratica convivenza: il vicepresidente del suo governo fu, fino al 1996, de Klerk, ovvero il capo del partito avversario (divenuto nel frattempo New National Party), come lui insignito nel 1993 del premio Nobel per la pace.

La scelta ora è in mano nostra. Possiamo stare impassibili a guardare che le peggiori discriminazioni vengano messe in atto oppure possiamo, come de Klerk e Mandela, metterci in cammino verso un mondo più giusto. Un passo alla volta.

Difficile, ma necessario, è essere sempre coerenti con i propri ideali e non cedere agli eccessi come ha fatto Mandela volendo fortemente accanto a sé de Klerk. Questo è un simbolo di fratellanza meraviglioso. È un simbolo di uomo che non chiede vendetta ma solo equità. Abbiamo tanto da imparare da ciò.

Potrebbe esserci d’aiuto tenere a mente l’art. 1 DUDU: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.

Giovanni Domenicucci
Giovanni Domenicuccihttps://www.sistemacritico.it/
Non sopporto la montagna, non credo nei principi scout, non parlo mai di politica, non mi piace dibattere su questioni giuridiche e dico bugie. Studio giurisprudenza nella città che ritengo, a mani basse, stupenda: Trento.

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