martedì, 16 Aprile 2024

Licorice Pizza, o di corse e cuori leggeri

Licorice Pizza è l’ultimo lungometraggio di Paul Thomas Anderson, in lizza agli Oscar per i premi di miglior film, miglior regista e migliore sceneggiatura originale. Quello che ha tutta l’aria di essere un racconto di formazione è in realtà una lettera d’amore all’adolescenza.

Alana Haim (Alana Kane) e Cooper Hoffman (Gary Valentine) nella copertina di Licorice Pizza
Alana Haim (Alana Kane) e Cooper Hoffman (Gary Valentine) in Licorice Pizza

Chi, dove, quando, come, perché

Un ragazzo e una ragazza si incontrano: lui, Gary Valentine, ha quindici anni; lei, Alana Kane, ne ha venticinque. Lui è un “baby attore” con aspirazioni imprenditoriali, lei una giovane donna che fatica a trovare la sua strada. Siamo nella San Fernando Valley, è il 1973.

Licorice Pizza è un film di gente che corre. Gary corre incontro alla vita adulta e lo fa con i brufoli in faccia e giacche fatte su misura, vendendo materassi ad acqua oppure aprendo una sala giochi; Alana corre ma con andamento più incerto, tesa tra la consapevolezza di un presente che chiama all’impegno sociale e quella strana amicizia intrecciata con dei ragazzi più piccoli di lei. Sullo sfondo c’è la crisi del petrolio: Alana ne legge sui giornali, ne sente parlare in televisione; Gary continua a correre, questa volta sulle note di David Bowie, accanto a una fila di macchine in coda per la benzina. Lei è alle porte della maturità ma non ci entra mai con entrambi i piedi, preferisce rimanere insieme a lui che è ancora pieno di leggerezza e spensieratezza, gli ingredienti principali dell’adolescenza. È quando i due finalmente si corrono incontro che questa vince.

Cooper Hoffman (Gary Valentine) e Alana Haim (Alana Kane) in una scena del film
Cooper Hoffman (Gary Valentine) e Alana Haim (Alana Kane) in una scena del film

Di esordienti, corpi resi bellissimi e piani sequenza

I protagonisti sono due esordienti: Gary è Cooper Hoffman, figlio d’arte del compianto Philip Seymur Hoffman; Alana è Alana Haim, musicista del gruppo musicale Haim, formato insieme alle sorelle Danielle e Este. Fun fact: nel film l’intera famiglia di Alana Kane è interpretata dalla vera famiglia di Alana Haim e l’attrice condivide con il suo personaggio anche la data di compleanno (per gli amatori dell’astrologia Alana è Sagittario). Paul Thomas Anderson sceglie dei corpi che si discostano dai canoni di bellezza hollywoodiani, mette in mostra i capelli sporchi di lui ed esalta i tratti spigolosi di lei e così ci ricorda che la bellezza la crea il cinema. Quelli che vediamo rappresentati sono corpi reali resi bellissimi e, infondo, anche questa è una metafora dell’adolescenza: reale in quanto visceralmente istintiva e quindi profondamente imperfetta, ma bellissima.

Il regista, qui anche direttore della fotografia, usa quello stesso sguardo per rendere simbolico ogni luogo in cui si muovono i protagonisti, soprattutto attraverso l’uso di piani sequenza. Si percepisce l’ariosità dello spazio, la libertà di movimento: come quando si è giovani e tutto sembra conquistabile.

Licorice Pizza è il cinema

Ci sono Alana e Gary e poi c’è tutto il resto. C’è la California degli anni Settanta costellata da personaggi assurdi, a volte al limite del grottesco, che con le loro storie contribuiscono a dilatare il tempo del film e ad allontanare i due, ad allontanare anche noi dal lieto fine scritto già nei primi cinque minuti.

Licorice Pizza è il cinema nella sua forma più pura: c’è una storia e c’è un’estetica. C’è una storia diversa dalle solite di Paul Thomas Anderson, forse troppo semplice, una storia che sembra non volerci dire nulla di troppo importante. Sarà che quando le cose sono nascoste in piena vista e immerse nella bellezza risultano sempre più difficili da notare. Licorice Pizza è una storia d’amore, una storia d’amore adolescenziale e una lettera d’amore all’adolescenza. C’è il sole, ci sono i colori pastello, c’è il desiderio e la curiosità di esplorarlo ma anche la paura di scoprirsi diversi da come ci si pensava. C’è la necessità di correre e il fatto che questa corsa sembra non pesare mai. Sarà che a correre con i cuori leggeri si fa meno fatica.

Logo del film
Gaia Berettoni
Gaia Berettonihttps://www.sistemacritico.it/
Laureata in lettere moderne, attualmente studentessa di scienze storiche a Bologna. Tra Jean-Luc Godard, Lana Del Rey e un succo alla pesca, se non ci sto attenta potrei finire a parlare di astrologia (non lo faccio di proposito, è l'ascendente Leone). Qui scrivo di letteratura e cinema, how much of a cliché am I?

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