giovedì, 28 Marzo 2024

I tormentoni estivi che non saranno mai tormentoni estivi

Esci di casa per andare a fare la spesa e la filodiffusione del supermercato fa passare un suono ridondante, tremendamente familiare, dal ritmo incalzante, che ti provoca un misto di fastidio e attrazione. La stessa cosa succede origliando la radio da una finestra aperta in un appartamento del centro, dal fruttivendolo, in sala d’attesa dal dentista, passeggiando sulla spiaggia e pure dal tabaccaio. Non ci sono dubbi: è il suono di un tormentone estivo.

Mi ha sempre affascinato il termine tormentone per la sua duplice natura positiva e negativa allo stesso tempo: qualcosa che ti ossessiona al punto di volerne sempre di più, una droga; e pure qualcosa che ti assilla fino allo sfinimento, come una persecuzione o un malocchio dal quale non riesci a liberarti.

Nulla di male per chiunque si trovi in qualsiasi lato della barricata. Non è snobberia, non è cattivo gusto. Ma va detto che per chi ha un certo appeal per i paradigmi dei tormentoni (avete notato che suonano quasi tutti allo stesso modo in base al periodo? Esatto, non è un caso) è sicuramente un mondo più agevole in cui esistere.

Ecco perché vi proponiamo cinque brani che, in un universo parallelo, senza zeitgeist e fuori dalle dinamiche di mercato, sarebbero la colonna sonora dell’estate 2022. Almeno per chi scrive, sperando lo siano anche per voi che leggete.

Whitemary – Provo, Dico

L’esordio di Whitemary si chiama, forse non a caso, Radio Whitemary. Una sfida alle heavy rotation delle emittenti generaliste? Magari no, ma nel campionario di brani da dancefloor accompagnati da brevi frasi da ripetere a mo’ di filastrocca scegliamo questo per tentare il nostro assalto al cielo.

Hikaru Utada – Somewhere Near Marseilles

Può un brano da quasi dodici minuti essere un tormentone estivo? Mentre le radio rabbrividiscono nel contemplare un minutaggio superiore ai canonici tre minuti, noi gioiamo per questa deliziosa canzone in bilico tra inglese e giapponese, con uno sguardo alla Francia e prodotto da Floating Points. Una repubblica indipendente senza limiti né confini.

Kendrick Lamar – Die Hard

Del nuovo album di Kendrick Lamar ne abbiamo parlato qui, evidenziando come la complessità e la sua narrazione cervellotica siano i principali protagonisti. Ci sono però momenti che escono dal rigore e ci portano a melodie dolci e movimentate che rievocano il successo di All The Stars. E se Die Hard è il secondo brano di Mr Morale più ascoltato su Spotify, significa che la corte di Kendrick ha eletto il suo tormentone.

Nu Genea – Tienaté

Lo scorso anno ci avevamo sperato, con Marechià, in un ingresso piratesco dei Nu Genea nelle radio a rivisitare il paradigma dei tormentoni e dei palinsesti. L’uscita di Tienaté, purtroppo, non ha bissato il successo di pubblico per il duo partenopeo: peccato, si tratta di un meraviglioso omaggio al Napoli Power e cantato rigorosamente in napoletano che avrebbe allietato i momenti più danzerecci dell’estate.

FKA twigs – papi bones

Dopo un disco sofferto come MAGDALENE, FKA twigs è tornata con un mixtape con il quale si distacca dalle ombre riflessive dei suoi lavori precedenti dando spazio a momenti più di svago. Uno degli episodi più libertini è papi bones dove a un dembow che richiama i veri e propri tormentoni aggiunge tutta la sua classe vocale e anche qualche sperimentazione sonora. Forse un po’ troppo per le radio, ma noi possiamo sempre sintonizzare le orecchie sulle frequenze giuste.

Luca Petinari
Luca Petinarihttps://www.sistemacritico.it/
Classe '90, giornalista, mi piace scrivere di musica. Immagino nuovi futuri possibili e ho nostalgia di quelli perduti, tra accelerazionismo e hauntology. Nelle canzoni cerco il suono perfetto ma alla fine trovo sempre qualcosa di me che non conoscevo.

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