venerdì, 26 Aprile 2024

Ai piedi della Croce – La crocifissione di Lorenzo Lotto a Monte San Giusto

Data l’attuale situazione in cui versa il paese, molti italiani stanno scegliendo di trascorrere le vacanze non troppo lontano dalle proprie abitazioni, riscoprendo le proprie regioni e il loro patrimonio artistico e naturalistico.  Non solo le grandi città conservano famosi capolavori d’arte ma molto spesso anche i piccoli borghi sono divenuti, col passare dei secoli, veri e propri scrigni di straordinaria bellezza. È questo il caso di Monte San Giusto (Macerata), dove è possibile ammirare il Mastodonte, una delle più belle opere che il pittore Lorenzo Lotto abbia lasciato nelle Marche. La Chiesa di Santa Maria in Teleusiano, al cui interno è conservata la splendida Crocifissione, è sicuramente una delle tappe da inserire in un ipotetico viaggio che da Porto Sant’Elpidio conduce all’Abbazia di Fiastra e prosegue verso il Santuario di Tolentino. Un viaggio all’insegna dell’arte e dei paesaggi della Valle del Chienti.

La chiesa e il vescovo

Oltrepassate le antiche porte cittadine, unico accesso al centro, Monte San Giusto ci si presenta con le sue caratteristiche case basse in laterizio e con le sue ricche chiese, segno di un importante passato e dei suoi facoltosi personaggi. È proprio grazie a uno di questi, Niccolò Bonafede che oggi possediamo l’edificio vanto del paese: la Chiesa di santa Maria in Teleusiano. Niccolò Bonafede da Monte San Giusto era stato in vita un importante membro della curia romana al servizio di Alessandro VI Borgia e Clemente VII Medici, tanto da divenire vescovo di Chiusi. Il prelato, vicelegato della Marca di Ancona, fu anche un abile condottiero militare e riuscì a costruire intorno a sé una piccola corte rinascimentale proprio a Monte San Giusto.

Come ogni personalità di un certo rango e prestigio mons. Bonafede volle erigere, per sé e per la propria famiglia, un mausoleo capace di tramandare il proprio nome e le proprie imprese ai posteri. Fu così che venne deciso di restaurare la Chiesa di Santa Maria in Teleusiano e di riconvertirla in tempio famigliare. I lavori si svolsero dal 1513 al 1529. Tale intervento viene ricordato al fedele che si appresta ad entrare nell’edificio: sopra il portale in travertino infatti, oltre allo stemma dei Bonafede, si nota la scritta “N[icolaus] BO[na]FIDES EPISCOPUS CLUSINUS FUNDITUS RESTAURAVIT” (Niccolò Buonafede, vescovo di Chiusi, restaurò dalle fondamenta). Varcato la soglia ci si ritrova al cospetto di uno dei massimi capolavori di Lotto, capace di impressionare non solo per le sue dimensioni ma soprattutto per il dramma che mette in scena.

Crocifissione - Lorenzo Lotto
Lorenzo Lotto, Crocifissione, 1525-1530 ca., Chiesa di Santa Maria in Teleusiano, Monte San Giusto (MC)

Il capolavoro di Lorenzo Lotto

La Crocifissione di Monte San Giusto è conosciuta anche come Mastodonte a causa delle sue imponenti dimensioni. La tavola è infatti assai imponente, 426×248 cm, il che la rende una tele tavola più grandi di tutto il rinascimento.  Per quanto la firma del pittore e la data di esecuzione compaiono in primo piano, è parare diffuso che tale dettaglio sia stato ridipinto in tempi successivi e che la data 1531 sia in realtà da anticipare di alcuni anni. Colpisce la bellissima carpenteria lignea, progettata dallo stesso Lorenzo Lotto, che circonda e impreziosisce l’enorme pala d’altare. L’opera fu definita dal grande storico dell’arte Bernard Berenson “il capolavoro di Lotto, l’opera sua più ambiziosa come concezione, la più drammatica e vigorosa nella resa”.

“È un quadro immenso, non solo e non tanto per le sue dimensioni fisiche ma lo è soprattutto per una questione di incombenza emotiva. Uno entra in questa piccola chiesa ed è come entrare in un teatro, non da spettatore ma da protagonista della scena.” – Antonio Paolucci

Il cielo si fa scuro

Lorenzo Lotto, Crocifissione, 1525-1530 ca., Chiesa di Santa Maria in Teleusiano, Monte San Giusto (MC)

Le parole dell’ex direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci sono forse quelle che meglio descrivono ciò che si prova nell’osservare un capolavoro di tale levatura. La composizione è assai affollata e la confusione che vi si sviluppa, amplificata dai forti colori e dall’alternanza tra la folla e il cielo, rende il tutto ancor più drammatico. Cristo è stato appena colpito al costato da Longino e il suo volto trasmette tutto il dolore e l’angoscia che ha dovuto sopportare. Il suo volto, livido e languido, volge dritto al fedele, a ricordagli che Lui si è sacrificato per il suo bene e per quello dell’umanità. Alle sue spalle il cielo si sta caricando di nubi scurissime mentre i due ladroni fanno tutto il possibile per sopravvivere. Meraviglioso il dettaglio delle corde alle gambe che si allentano nel ladrone di sinistra e del perizoma sventolante di Cristo.

Lorenzo Lotto, Crocifissione, 1525-1530 ca., Chiesa di Santa Maria in Teleusiano, Monte San Giusto (MC)
Lorenzo Lotto, Crocifissione, 1525-1530 ca., Chiesa di Santa Maria in Teleusiano, Monte San Giusto (MC)

Un’opera che è possibile “vivere”

Lorenzo Lotto, Crocifissione, 1525-1530 ca., Chiesa di Santa Maria in Teleusiano, Monte San Giusto (MC)

La Crocifissione di Lotto è uno di quei capolavori che è possibile “sentire”. Il vento che soffia, il calpestio nervoso dei cavalli, il vociare indistinto dei soldati ed il lamentarsi del gruppo in primo piano sono tutti elementi che concorrono ad aumentare la drammaticità della scena e a farla percepire come “viva”. Maria ha appena perso i sensi e a sorreggerla vi sono Giovanni e una delle Marie. La Maddalena, riconoscibile per i capelli biondi, porta una tunica azzurra e si dispera allargando le braccia. Questo suo gesto funge da elemento di collegamento tra il primo e il secondo piano dell’opera, in una sorta di piramide prospettica che culmina nel Cristo. Accanto a loro compare, introdotto da un angelo dalla veste scura, lo stesso Niccolò Bonafede. La presenza del committente in una pala d’altare di tale levatura è un unicum all’interno del corpus lottesco.

Lorenzo Lotto, Crocifissione, 1525-1530 ca., Chiesa di Santa Maria in Teleusiano, Monte San Giusto (MC)

Al cospetto del Re dei re

Dietro a questi personaggi vi è come un rialzo di terra che permette al pittore di creare un gioco prospettico molto interessante. I due uomini su cavalli bianchi, tra cui il centurione che riconosce in Cristo il figlio di Dio, fungono da limiti che introducono l’occhio non solo verso la sommità della Croce ma anche verso la profondità della scena. Con le loro lance dirigono lo sguardo a Cristo che, posto su una croce altissima, si staglia solitario sul cielo nero. La scena poi si apre verso ciò che si svolge ai piedi della croce. Vediamo Longino che ritira la sua lancia e un altro soldato che, quasi in asse con Gesù, ci rivolge direttamente lo sguardo. Secondo alcuni tale figura barbuta sarebbe un autoritratto del pittore. Lotto fu un uomo di grande fede tanto da decidere, ormai anziano, di ritirarsi a Loreto e di farsi oblato.

Lorenzo Lotto, Crocifissione, 1525-1530 ca., Chiesa di Santa Maria in Teleusiano, Monte San Giusto (MC)

La sapiente regia spaziale e la drammaticità studiata, come fosse stata messa in atto una rappresentazione sacra, sono elementi che rendono il Mastodonte una delle opere più belle di Lorenzo Lotto. “Raramente, e forse mai, la Crocifissione di Nostro Signore è stata raffigurata in uno spirito così vicino a quello di una tragedia greca” affermava nella sua monografia Bernard Berenson a proposito di tale composizione. Dobbiamo immaginarci il pittore, probabilmente tra il 1529 e il 1530, a completare in loco il suo capolavoro e, pochi anni più tardi, Durante Nobili da Caldarola, suo allievo, a realizzare gli affreschi che ancora oggi adornano le pareti della navata. La Chiesa di Santa Maria in Teleusiano non è dunque solo il monumento sepolcrale dei Bonafede ma è un vero e proprio tempio alla pittura di Lorenzo Lotto. Monte San Giusto è dunque la meta ideale per tutti gli amanti dell’arte.

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Danilo Sanchini
Danilo Sanchini
Danilo Sanchini, nato a Pesaro nel 1996. Attualmente studente di Storia dell'Arte presso l'Università degli studi di Firenze. Appassionato di Racconti, Leggende, Storie e ovviamente di Capolavori. Innamorato del bello e di ogni sua sfumatura. Scrivo per Sistema Critico da Maggio 2018.

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