il DDL Zan, legge contro le discriminazioni di genere, finalmente è stato calendarizzato al Senato. Questo significa che anche nel Senato può iniziare la discussione per l’approvazione del testo di legge. I continui rinvii operati dalla Commissione di Giustizia del Senato sulla discussione della legge, hanno sollevato numerose polemiche anche da parte di esponenti del mondo dello spettacolo. Questo ha fatto sì che il nome di questa legge sia divenuto decisamente popolare tra le notizie dei media.
La problematica sta nel fatto che, nel nostro sistema parlamentare, per poter approvare un testo di legge, occorre l’approvazione di entrambe le Camere sullo stesso identico testo. Ciò significa che, se la Camera approva il testo, e questo viene modificato in Senato, il testo di legge deve nuovamente essere approvato dalla Camera.
tutela contro le discriminazioni
la Legge Zan è conosciuta come una legge che amplia i diritti delle persone omosessuali e transgender, ma cosa effettivamente prevede?
il testo legislativo prevede una modifica di alcuni articoli del codice penale. Si aggiunge così un’espressa previsione di pena per comportamenti discriminatori basati sull’orientamento sessuale e identità di genere. Inoltre, si prevede l’aggiunta di una circostanza aggravante (che aumenta la pena) se il reato sia commesso con finalità discriminatorie.
Alla sanzione penale viene assegnato un compito specifico, cioè quello di disincentivare la commissione di reati. In breve, tanto maggiore è la pena prevista, quanto meno un soggetto sarà portato a commettere un tipo di reato.
il principio di uguaglianza
Ma al di là delle sanzioni penalistiche, la legge offre una maggior tutela a quei soggetti che, di frequente, trovano ad essere vittime di comportamenti ed aggressioni discriminatorie. Infatti i soggetti a cui la legge si riferisce sono omosessuali, transgender e donne; come ben si sa, tra le principali vittime di discriminazioni di genere.
Si può erroneamente pensare, e questo si ritrova tra le tesi di coloro che si dicono contrari a questa legge, che la previsione di tutele specifiche verso determinate categorie di persone possa violare il principio di uguaglianza. Ma questa tutela rafforzata non viola il principio di uguaglianza, piuttosto è una specifica attuazione dello stesso. Precisamente l’articolo 3 della Costituzione, prevede un obbligo in capo alla Repubblica di rimuovere ostacoli, di ordine economico e sociale, che limitano la libertà e l’uguaglianza tra i cittadini, impedendo così il pieno sviluppo della persona umana.
Questo principio è conosciuto come “principio di uguaglianza sostanziale”, al famosissimo “Tutti i cittadini sono uguagli davanti alla legge”. Purtroppo infatti, non sempre tutti i soggetti sono uguali, per questo la Repubblica ha il compito di tutelare maggiormente coloro che si trovano in una condizione svantaggiata, in questo caso, soggetti maggiormente colpiti da discriminazioni; in modo da poter far sì che tutti i cittadini possono essere effettivamente uguali.
modifiche al codice penale contro le discriminazioni
Il provvedimento amplia l’ambito di applicazione dei delitti contro l’uguaglianza previsti dal codice penale. In particolare si prevede una modifica agli articoli 604 bis e 604 ter del codice.
L’articolo 604 bis è quello che punisce le discriminazioni basate su razza, sesso e religione. A questa disposizione verrà aggiunta anche l’ipotesi di discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e le disabilità. L’articolo 604 ter invece prevede un elenco di circostanze aggravanti, cioè circostanza al ricorrere delle quali si prevede l’applicazione una pena più aspra, se il reato sia commesso con finalità discriminatoria; a questo elenco il DDL Zan aggiunge l’ipotesi della finalità discriminatoria basata sull’orientamento sessuale.
pericolo per la libertà di espressione?
Alcuni movimenti politici si dicono contrari a questa legge, perchè temono che questa possa limitare la libertà di espressione dei cittadini italiani.
la libertà di espressione è un’ulteriore diritto costituzionalmente garantito; e quando due diritti costituzionali confliggono tra loro è necessario operare un bilanciamento. Occorre cioè bilanciare le diverse esigenze tentando di sacrificare il meno possibile l’una, per cercare di garantire sufficientemente l’altra.
Se la libertà di pensiero, ostentata dalla destra, si riferisce alla libertà di poter discriminare soggetti di un diverso orientamento sessuale; temo che il bilanciamento in questo caso specifico sia particolarmente facile.
Il fatto che garanzie e tutele previste per minoranze, sottoposte a continue violenze e discriminazioni, vengano utilizzate per ottenere più o meno consenso politico, è una triste circostanza che fa riflettere sul livello della nostra classe politica.