sabato, 27 Aprile 2024

Generazione valigia vol. 6: com’è cambiata l’idea di viaggio

Bentornati al sesto appuntamento di Generazione valigia, la rubrica con cui cerco di raccontare, più o meno una volta al mese, come le nuove generazioni si relazionano ai grandi temi come la casail lavorol’alimentazione o la comunicazione e come la nostra visione di questi ambiti è cambiata nel tempo.

Oggi, complici le ferie imminenti, non posso che parlare di come ad essere cambiata nel corso degli anni sia l’idea di viaggio.

Da Ulisse a Daenerys Targaryen: siamo tutti destinati a viaggiare

L’essere umano ha sempre viaggiato. Fin dall’epoca preistorica, con i grandi movimenti migratori, è stato chiaro che fossimo una specie destinata a muoverci nello spazio. Che avvenisse per motivi commerciali, militari o religiosi, si registrano testimonianze di viaggio già nelle prime forme di civiltà.

Consacrato dall’Odissea, il viaggio diviene colonna portante anche della letteratura di ogni epoca. Da Ulisse a Daenerys Targaryen, da Mosè a Pinocchio, sembra che tutti siano destinati ad un certo punto della vita a mettersi in viaggio.

Quel giorno, non so proprio perché, decisi di andare a correre un po’, perciò corsi fino alla fine della strada, e una volta lì pensai di correre fino alla fine della città. Non so perché continuai ad andare. Corsi fino all’oceano e, una volta lì mi dissi: visto che sono arrivato fino a qui tanto vale girarmi e continuare a correre” – dal film Forrest Gump (1994).

Could Forrest Gump have possibly survived his epic run? | The Week
Una scena di “Forrest Gump”, quando Forrest parte da casa sua, in Alabama e corre fino al’Oceano Pacifico, ritornando poi indietro fino all’Atlantico.

Dal viaggio di dovere a quello di piacere

Una volta appurato di come il viaggio sia quasi intrinseco nella natura umana, quello che ci interessa individuare è il momento in cui nasce l’idea del viaggio “di piacere”. Dopo secoli di migrazioni per ragioni belliche o economiche, nella seconda metà dell’800 finalmente la produzione industriale portò la ricchezza e suscitò, nelle élite più agiate, l’esigenza di riposo e di fuga dai ritmi caotici delle città. Fu proprio in quegli anni che i mezzi di trasporto poterono contare sulla rivoluzione tecnologica, con le ferrovie che per prime si adeguano alle nuove esigenze dei viaggiatori.

Il viaggio divenne, quindi, il simbolo dell’evasione dalla realtà, connotazione che conserva ancora oggi. A questa smania, sempre più diffusa, venne addirittura attribuito un nome: Wanderlust, termine tedesco nato dall’unione delle parole wandern (vagare, errare) e Lust (desiderio).

Come in tutti i campi della nostra società, al crescere della domanda, destinata a diventare esponenziale alla fine del secondo dopoguerra, il mercato comprese la possibilità di creare enormi profitti rendendo il viaggio un “bene di consumo” su larga scala.

La rivoluzione del viaggio low cost

Sono cresciuta ascoltando le storie dei viaggi dei miei genitori. Nati alla fine degli anni ’50, i miei hanno girato l’Europa geografica in macchina in lungo e in largo, a volta facendo anche l’autostop. Viaggiavano in un mondo meno sicuro, ma in cui probabilmente si aveva un po’ più di irresponsabile fiducia nei confronti “dell’altro”.

Si viaggiava più a lungo, ma con più difficoltà, considerando le barriere linguistiche e burocratiche. Basti pensare che fino al 1985 non esisteva lo spazio Schengen, che ha abolito le frontiere interne per i ventisette Stati europei che oggi ne fanno parte. Proprio grazie alla costruzione della Comunità Europea, all’abbattimento delle barriere e alla costruzione di una casa comune, iniziò a diffondersi in anche in Europa il modello low-cost, nato negli Stati Uniti nel 1971 con la Southwest Airlines.

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In Europa, la crescita di passeggeri che si sono serviti negli anni di compagnie a basso costo è stata esponenziale. Si passò dai circa 3 milioni di passeggeri che volarono a prezzi a basso costo nel 1994 a 17,5 milioni del 1999. La vera esplosione è avvenuta però negli anni 2000: basti pensare che la sola Ryanair nel 2015 ha registrato 101,4 milioni di passeggieri nel 2015 e quasi 117 milioni l’anno successivo.

Il viaggio e gli effetti della pandemia

La spinta propulsiva che il low cost ha dato ai viaggi nel mondo, per gli spostamenti e gli alloggi, sembra adesso essersi esaurita a causa di un altro cambiamento epocale: il Covid. Ma facciamo un passo indietro.

Innanzitutto, dobbiamo dire che l’utilizzo sempre più frequente di piattaforme come Airbnb per ogni tipo di soggiorno ha avuto un duplice effetto. Da un lato, è stato in grado di sostituire l’hotel per le necessità di breve periodo; dall’altro, però, la piattaforma si è andata a sostituire anche alle soluzione a lungo termine. Stanze o case in affitto vengono rimpiazzate abbastanza frequentemente da Airbnb, in favore di situazioni flessibili. Questo ha generato una domanda sempre maggiore e, conseguentemente, prezzi sempre più alti.

Come riportato dalla CNN un anno fa, il prezzo per una singola notte su Airbnb, è cresciuto in media quasi del 40% rispetto ai tre anni precedenti, ossia rispetto al periodo pre-Covid. In pandemia viaggiare era estremamente più complicato, motivo per cui i padroni delle case disponibili in piattaforma avevano frenato la crescita dei prezzi, vista la domanda quasi nulla. L’incremento dei prezzi si è dunque concentrato nell’immediato periodo post-pandemico e continuiamo a vederne gli effetti ancora oggi.

L’aumento dei prezzi

La “situazione viaggi”, però, non si è evoluta solo in questo senso. Infatti, non solo gli alloggi di destinazione sono più cari, ma anche gli spostamenti lo sono diventati.
Nell’ultimo anno i prezzi dei voli sono aumentati in moltissimi Stati, con USA e Unione Europea che non hanno fatto eccezione. In Germania le tariffe sono del 33% superiori rispetto a un anno fa, in Francia del 23, in Regno Unito del 18, negli USA del 25. In Italia, nell’ultimo anno, sono aumentate addirittura del 40%.

Le ragioni di questo fenomeno sono molteplici. In primis, l’invasione della Russia in Ucraina ha portato a un aumento non indifferente del costo del carburante, che concorre per poco meno di un terzo dei costi di volo totali. A questo si aggiunge la chiusura dello spazio aereo sempre legata alla conflitto e la riduzione dei voli in alcune zone del mondo che, soprattutto in tempo di guerra, vengono considerate a rischio.

Compagnie a credito

A questo elemento si aggiunge però anche un’altra particolare “eredità pandemica”. Le
compagnie aeree avendo dovuto cancellare moltissimi voli, si sono viste costrette a promettere crediti ai loro clienti. Esiste ancora una percentuale rilevante di questi crediti utilizzabili nel corso del 2023. Le compagnie aeree, dovendo offrire una quota sostanziosa di voli gratis o a comunque a prezzi più convenienti, si ritrovano quindi ad alzare ulteriormente i prezzi per il restante dei biglietti.

Vista la situazione fuori controllo, diversi paesi hanno iniziato ad occuparsi di questa crescita esponenziale nei prezzi dei biglietti aerei; Italia compresa.

La nascita di un nuovo sogno

Sicuramente le tendenze di mercato che abbiamo appena visto potrebbero avere conseguenze più a lungo di quanto si possa sperare. Tuttavia, quello che è certo è che non si potrà più tornare indietro rispetto a come le nuove generazioni vivono l’idea di viaggio.

Esistono ormai centinaia di migliaia di siti, account social e canali YouTube che cercano di diffondere il verbo per cui viaggiare a poco è possibile. Decine di tutorial spopolano sulle bacheche di TikTok su come far entrare tutto il necessario in uno zaino. Il tutto per contrastare le norme introdotte negli ultimi anni dalle compagnie low cost, prima fra tutte Ryanair, che hanno iniziato a far pagare il bagaglio a mano.

E se da un lato la pandemia da Covid-19 ha fatto si che il modello low cost subisse una frenata significativa, ha anche fatto comprendere a molte persone il valore del viaggio. Il mondo del lavoro è cambiato in pandemia e l’avvento dello smart working, ci ha aperto gli occhi. Se l’innovazione tecnologica mi rende possibile lavorare da dove voglio, perché dovrei farlo dal mio ufficio?

Il nomadismo digitale ormai è una realtà che permette, a chi ha il coraggio di fare questa scelta di vita, di lavorare facendo al contempo quello che in tanti sognano: evadere dalla quotidianità viaggiando.

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Il viaggio cambia così ancora una volta connotazioni, mantenendo però la stessa promessa dai tempi di Ulisse: farci vivere sempre nuove avventure.

Sara Valentina Natale
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Sara Valentina Natale. Laureata in Studi Internazionali, ho scelto di proseguire i miei studi con un master in Corporate Communication, Lobbying & Public Affairs a Roma . Adoro scrivere, fare polemica e bere Gin. Aspirante femminista, europeista incallita, sportiva occasionale.

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