lunedì, 04 Novembre 2024

I migliori album del 2021

Il 2021 è stato un anno “normale”, almeno per quanto riguarda la musica. Dalle uscite ritardate, annullate ed estemporanee che abbiamo visto nel 2020, quest’anno gli artisti si sono assestati e ripreso la pubblicazione ordinaria degli album, rafforzando e sbilanciando alcune regole del mercato: non si pubblica più un album per promuovere un tour, ma si pubblica un album per avere maggiori ascolti in streaming. Drake e Kanye West sono due esempi più chiari di questo trend.

È stato anche l’anno in cui le piattaforme streaming hanno non solo ribadito la loro importanza, ma allargato la propria geografia etica: dal dominio capitalista di Spotify alla più equa ridistribuzione agli artisti promossa da Bandcamp. Dal punto di vista del supporto fisico, il vinile la fa di nuovo da padrone, a tal punto da aver generato un cortocircuito interno per il quale ci sono tempi d’attesa lunghissimi per vedere un proprio disco stampato vista l’alta richiesta. Che da questa crisi nasca una nuova era segnata dai CD?

Tanta musica da ascoltare e di cui parlare

Il 2021 è un anno in cui si è discusso anche tantissimo della musica pubblicata. Inutile negare che l’epoca social che viviamo ci porta ad avere ed esprimere un’opinione in tempo reale su qualsiasi cosa. Ciò non risparmia la musica e gli album usciti quest’anno che, dalle impressioni immediate degli utenti, devo vincere la prova più dura: quella del tempo.

Quello di Floating Points assieme a Pharoah Sanders e la London Symphony Orchestra è ancora il capolavoro che tutti hanno incensato appena uscito? L’opera mastodontica di Iosonouncane è ancora così interessante? Le classifiche di fine anno sono un gioco divertente che servono più che altro a fare il punto sull’annata musicale e indicare eventuali ascolti persi durante i dodici mesi che hanno scandito le uscite. Ma sono anche il metro che verificano o meno le impressioni in tempo reale delle uscite discografiche. Alcune le avevamo segnalate qui, a metà anno. Vediamo ora chi è sopravvissuto alla prova del tempo e quali sono, almeno per noi, i migliori album del 2021.

I migliori 5 album internazionali

Floating Points, Pharoah Sanders & London Symphony Orchestra – Promises

La risposta alla domanda che avevamo posto poco più sopra è dunque: sì, è un capolavoro. Un equilibrio perfetto in nove movimenti tra elettronica, jazz e accompagnamenti sinfonici. Un’opera che in parte tributa il minimalismo italiano e dall’altra ci restituisce una delle prove più emozionanti e viscerali di un gigante come Sanders.

Little Simz – Sometimes I Might Be Introvert

Little Simz produce quella che è forse la sua opera più importante dove, dalla sua matrice grime, ripercorre le proprie radici tra soul e r’n’b.

Low – HEY WHAT

I Low continuano a stupire dopo quasi trent’anni di venerata carriera. Consolidato il sodalizio di BJ Burton, la band porta avanti il percorso iniziato con il precedente Double Negative ricercando un mix ideale tra sperimentazione sonora e centralità della voce. Immaginate un album dei Low remixato con i suoni del pop sperimentale di oggi e avrete questa gemma.

Skee Mask – Pool

https://www.youtube.com/watch?v=T1G6GQqru-I&list=PLKVSLGk52JFRZX46skGu4FrLnKgyiuM8x

Se seguite vagamente le uscite musicali in ambito elettronico – o se aprite almeno una volta a settimana la home page di Resident Advisor – vi sarete sicuramente imbattuti nel nome di Skee Mask. Produttore prodigio del roster Ilian Tape, dopo il magistrale Compro del 2018, Skee Mask è tornato con un album a sorpresa: Pool è una masterclass di techno e tappeti ambient per quasi due ore di viaggio cosmico e alieno. L’album non è disponibile in streaming ma potete godervelo sul Bandcamp dell’etichetta.

Space Afrika – Honest Labour

Un omaggio sonoro a Manchester, città di origine del duo ora di stanza a Berlino. Dalle incursioni dub techno del mixtape pubblicato nel 2020, gli Space Afrika passano a bozzetti ambient interconnessi tra di loro tra sampling di dialoghi ed echi trip hop. Se singolarmente i brani vi diranno poco, potrete apprezzarne la sequenzialità con la quale vengono presentati: il tutto è più della somma delle parti.

I migliori 5 album italiani

Iosonouncane – IRA

Anche qui, rispondiamo alla domanda posta in precedenza. IRA di Iosonouncane non è solo un’opera che ha mantenuto un suo interesse artistico, ma ne ha scandito il valore con il tempo. Un album che commercialmente potrebbe essere considerato un flop, visti gli ascolti in streaming. Ma quando sarebbe stato molto facile fare un album di sole hit, Iosonouncane ha deciso per altro. Il coraggio di averci provato, il merito di esserci riuscito.

Palazzi D’Oriente – Sheltering Waters

Meglio noto come produttore di Sabbie D’Oro di Massimo Pericolo, Palazzi D’Oriente mette il punto esclamativo sulla qualità delle sue produzioni con il suo album di debutto. Se spesso i producer in solitaria sentono la mancanza del featuring, non è questo il caso per un viaggio sonoro che ricorda la Bristol degli anni ’90.

Populous – Stasi

Dai viaggi sonori che hanno sperimentato il ballo nelle sue forme più antropologiche tra Africa e Sud America, il producer salentino apre la sua piccola parentesi in una fase di stallo storico. La stasi di Populous è un percorso meditativo tra ambient e downtempo, debitore tanto di Bonobo quanto dei Boards Of Canada.

Studio Murena – Studio Murena

Prendete degli studenti di conservatorio di jazz e metteteci un MC dallo stampo old school. Ecco a voi una delle uscite più sorprendenti made in Italy del 2021. Idealmente vicini ai canadesi BADBADNOTGOOD, ma negli Studio Murena c’è molto di più di una semplice associazione sonora.

Venerus – Magica Musica

Una delle uscite più internazionali con una cura dei suoni da far invidia a qualunque discografico. E soprattutto cantato in italiano. Non un vanto patriottico, ma un superamento semantico di una lingua che sembra non riuscire ad affermarsi a livello globale nella musica. Non con questi suoni, almeno. Da Frank Ocean a Solange, arrivando fino al nu jazz di Londra: la musica di Venerus è davvero magica.

Luca Petinari
Luca Petinarihttps://www.sistemacritico.it/
Classe '90, giornalista, mi piace scrivere di musica. Immagino nuovi futuri possibili e ho nostalgia di quelli perduti, tra accelerazionismo e hauntology. Nelle canzoni cerco il suono perfetto ma alla fine trovo sempre qualcosa di me che non conoscevo.

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