martedì, 30 Aprile 2024

Marielle Franco: dalla favela alla rivoluzione

“Marielle presente, hoje e sempre”

Chi è Marielle Franco

E’ nata il 27 Luglio 1979 a Rio de Janeiro, è del leone e lo so bene perchè una mia cara amica compie gli anni il suo stesso giorno. Non ho intenzione di scrivere una biografia dettagliata, poco importa se fosse sposata, mamma, ricca o povera. Non la voglio identificare in nessuna immagine socialmente costruita. Marielle è una donna forte, rivoluzionaria e testarda, capace di vivere in ognuno di noi, di bruciare come fuoco in un mare di povertà e controsensi.

Cresce a Marè, una favelas a nord di Rio. Si slega parzialmente da quella realtà diventando membro della Commissione statale, e mettendosi in prima linea per la difesa dei diritti umani delle donne nere, della comunità Lgbti+ e dei giovani nelle favelas. È inoltre sociologa, attivista politica e consigliera comunale della città di Rio de Janeiro per il Partito Socialismo e Libertà brasiliano (PSOL). Nel Consiglio municipale ha presieduto la Commissione per la difesa delle donne ed è stata membro di una Commissione incaricata di monitorare l’azione della polizia federale a Rio de Janeiro, ricoprendo tale incarico sino alla sua morte.

La sua rivoluzione

Parlare. Ogni rivoluzione incomincia con una parola, una frase, un gesto, un sospiro. Marielle parla, incomincia dopo la sua carriera universitaria, dopo i suoi primi incarichi, dopo che nel 2000 una sua amica viene uccisa da un proiettile. Inizia così la sua lotta. La lotta che ognuno dovrebbe vivere e percepire, in difesa di chi non può combattere un impero da solo. Marielle diventa membro della Commissione statale per i diritti umani di Rio per difendere le comunità delle favelas, combattere contro il razzismo e i diritti delle donne e delle persone Lgbti+.

Durante la commissione speciale creata dal consiglio comunale per monitorare l’intervento federale e la militarizzazione della sicurezza pubblica a Rio de Janeiro, Marielle si è posta in prima linea per denunciare gli abusi della polizia e le esecuzioni extragiudiziarie.

14 Marzo

Tra la notte del 14 e del 15 Marzo 2018, Marielle, si è dovuta fermare nelle sue lotte. Un corpo sempre sotto minaccia, con uno spirito testardo che nonostante la capibile paura non si è mai fermata. In auto con il suo autista, sono stati entrambi uccisi da molteplici colpi di pistola. i proiettili calibro 9 provenivano da una partita destinata alla polizia brasiliana ed altre munizioni di quella stessa partita erano state usate in un massacro che fece 23 vittime. Gli imputati sono l’ex sergente Ronnie Lessa e l’ex agente di polizia Elcio Queiroz. I magistrati hanno portato alla luce ben 6 mesi di pedinamento, arrivando alla conclusione che Marielle sia stata uccisa per il suo impegno politico disturbante per chi non la pensa democraticamente.

Non avrei nemmeno voluto scrivere della sua morte in quanto lei vive in chi non perde la rivoluzione, in chi non vuole smettere di parlare, negli occhi di chi come lei combatte contro le ingiustizie, lei vive in chi non perde la rivoluzione.

La morte di Marielle non riuscirà a intimorire le donne che lottano contro un sistema autoritario. Continueranno a combattere affinché i mandanti di questo dellitto siano finalmente individuati. Oggi, Marielle rappresenta un seme di giustizia sociale che germoglia e si sparge sempre di più.

Il suo è stato un omicidio di chiara matrice politica, per mettere a tacere una donna “pericolosa” e invisa ad alcuni settori delle forze dell’ordine.

Nonostante le diverse campagne di stampa e le denunce promosse da Amnesty International, dopo quasi dieci mesi dalla morte di Marielle non si sa ancora niente. La polizia tace. Le indagini sono in una fase di stallo. La più grande rete televisiva brasiliana è stata censurata da un magistrato che ha proibito di diffondere informazioni riguardo le indagini. La Polizia Federale ha iniziato ad investigare su possibili depistaggi.

Marielle Presente!

Lei come tutte le persone che han sempre trovato il coraggio di fare qualcosa, sono diventati simboli che han creato rivoluzioni. Servirà sempre la morte di qualcuno prima che si cambino le cose? E’ sempre necessario vedere spezzare delle vite prima di arrabbiarsi con chi se ne frega della gente?

Non so rispondere. Vi risponde lei:” Quantos mais vao precisar morrer para que essa guerra aos pobres acabe?” (tr. Quanti ne devono ancora morire perchè questa guerra finisca?”).

Marielle Presente!

Anna Martone

Graziana Minardo
Graziana Minardohttps://violedimarzo.com/
Graziana Minardo, siciliana trapiantata a Milano. Studentessa di Chimica e Tecnologie Farmaceutiche all’Università degli Studi. Amante delle scienze, attivista e appassionata di scrittura. Co-Founder di Viole di Marzo, blog e associazione femminile di interesse medico e culturale che unisce sul territorio milanese decine di professioniste e donne di talento. Per Sistema Critico scrivo di femminismo.

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