domenica, 28 Aprile 2024

Nina Simone: La musica che si fa donna

Eunice Kathleen Waymon, meglio conosciuta come Nina Simone, nasce in North Carolina nel 1933.

Amante della musica fin dalla primissima età, diventerà un personaggio indelebile per la storia della musica; un’autrice estremamente tormentata, femminista e in prima linea per i diritti civili.

La famiglia e la spiritualità

Nina Simone, nasce da un padre pastore e da una madre estremamente conservatrice, inizia ad avvicinarsi alla musica infatti cantando in chiesa assieme alle sorelle e aiutando la madre con l’organo, grazie al suo essere una bambina prodigio che già in tenera età riusciva a suonare ad orecchio il pianoforte.  

Il suo amore per la musica – considerata dalla famiglia musica del diavolo – la spinse però a fuggire e ad acquisire il nome d’arte che la rese poi nota.

L’inizio della carriera musicale

L’America degli anni 50 ha un panorama storico che tutti conosciamo: essere una donna, nera, non è un buon presupposto per una carriera musicale per entrambi i motivi, la politica della supremazia bianca è estremamente pericolosa, ma Nina non si darà mai per vinta.

Non vuole essere una cantante, inizialmente, ma vuole realizzare il suo sogno:  diventare una grande pianista. Questo sogno inizia però ad incrinarsi quando la sua domanda alla Curtis Institute viene rifiutata (per la causa razziale), decide così di esibirsi ad Atlantic City, in un locale come pianista finché dovette scendere a patti con il proprietario che le impose di cantare, e lei accettò con la malinconia e la rabbia che la trasporteranno e la contraddistingueranno per tutta la vita.

Musica e protesta

L’attivismo ha sempre fatto parte del suo mondo, fiera di essere donna e fiera di essere nera, ha sempre colto occasioni per far sentire letteralmente la sua voce, grazie ai testi che cantava. La questione razziale si faceva sempre più pesante, e questo fece si che ella si unisse alle proteste, assieme  a due pionieri dei movimenti antirazzisti: Malcom x e Martin Luther King, Diventando così un simbolo delle lotte e del black power.

Mississippi Goddam

Questa è la prima canzone di protesta scritta dalla giovane cantante, a seguito dell’attentato di Birmingham in Alabama nel 1963.

Can’t you see it

Can’t you feel it

It’s all in the air

I can’t stand the pressure much longer

Somebody say a prayer

[…]

You don’t have to live next to me

Just give me my equality

Everybody knows about Mississippi

Everybody knows about Alabama

Everybody knows about Mississippi goddam, that’s it

Nel miscuglio di Jazz e Blues, negli esperimenti che era solita fare, e dal testo, si evince quella voglia di rivalsa e di dire a tutti che: “io voglio l’uguaglianza, la verità e un paese libero”.

Una vita travagliata

Nonostante la musica e l’attivismo, Nina Simone ebbe una vita molto travagliata, con il passare degli anni faticò molto a reggere il peso del successo e dello stress, il tutto peggiorato dai numerosi abusi subiti dal marito violento, cosa che gravò molto sul suo umore altalenante.

Una pressione che si riversò poi anche sulle persone a lei care e iniziò così a soffrire di pesanti cambi di umore, che spesso diventava violento e di una forte depressione.

Nonostante ciò fu esploratrice del suo tempo, si mosse spesso in Europa, in Svizzera e in Francia.

Anche se caduta in disgrazia non rinnegò mai le sue idee, nonostante la criticassero spesso e volentieri per la politicizzazione delle canzoni, rimase fedele a sé stessa fino alla morte, avvenuta  a causa di un tumore al seno, il 21 aprile 2003

Non ci scorderemo di lei, delle sue canzoni, dei suoi inni alla libertà di essere nonostante tutto, persone, non ci dimenticheremo di questa paladina femminista e dei diritti civili, perché è  grazie a persone come lei la musica si è fatta donna e speranza.

L’articolo del mese delle Viole di Marzo per Sistema critico: https://www.sistemacritico.it/2020/10/09/jackie-lintramontabile-first-lady/

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