mercoledì, 01 Maggio 2024

Recovery Fund e recovery rights: dibattito tra economia e diritti fondamentali

Una delle problematiche che ha occupato la scena della politica estera ed interna delle ultime settimane, è stata l’approvazione del Next Generation EU (Recovery Fund). Si tratta di fondi europei che possono permettere agli Stati membri di compiere una ripartenza economica, per sanare un’economia fortemente compromessa dalla pandemia degli ultimi mesi. L’accordo tra gli Stati membri che permette l’erogazione di questi fondi è divenuto oggetto di un dibattito politico.

Ciò che celava il ritardo della approvazione dei fondi, è una problematica che si riflette sul rispetto del cosiddetto “Stato di diritto”. La ragione per cui questo fondo non era stato ancora stato sottoscritto infatti, riguardava il dissenso degli Stati di Polonia e Ungheria al fatto che, la possibilità di fruire dei fondi europei sia subordinata ad assicurare il rispetto e il mantenimento dello Stato di diritto. L’espressione “Stato di diritto” comprende l’insieme dei valori fondamentali posti alla base della stessa Unione, tra cui assume particolare importanza l’indipendenza della magistratura.

L’indipendenza della magistratura

Il valore dell’indipendenza della magistratura è fondamentale, in quanto strumentale ad assicurare il rispetto dei diritti fondamentali della persona. Questa tutela può dirsi completa e assoluta solo se il soggetto a cui spetta tale compito è indipendente rispetto agli altri poteri e autorità. La tutela dei diritti della persona dipende direttamente dal grado di indipendenza della magistratura di una Nazione. L’utilizzo strumentale del terzo potere per scopi politici, infatti, è spesso un pericoloso indice di indirizzi di governo autoritari. La problematica dell’indipendenza della magistratura si è riflettuta anche sull’approvazione del Recovery Fund.

la situazione polacca

I governi degli Stati di Polonia e Ungheria, hanno operato una sempre più frequente intromissione nell’operato dei magistrati. In particolare la Polonia sta affrontando un processo di trasformazione della democrazia. Il governo ha iniziato a percepire come ostile l’operato di alcuni magistrati della Corte Suprema polacca, che si manifesta in un argine ai poteri dell’esecutivo. Di conseguenza, il governo polacco si è adoperato per abbassare l’età pensionabile dei giudici della stessa Corte Suprema, di modo che i magistrati più “curiosi” potessero riposare dopo una vita di lavoro e fatica.

la questione ungherese

La questione dell’Ungheria può dirsi perfino più grave. La problematica dell’indipendenza, o mancata indipendenza della magistratura, è solo una delle tante presenti nella politica repressiva ungherese. Dopo la legge per portare tutti i media sotto un’unica fondazione (che appartiene ad un amico di Orbàn), dopo aver reso illegali le ong che aiutavano i migranti, il governo ungherese ha attuato una riforma che permette al governo di controllare direttamente l’operato dei magistrati. Questa riforma, entrata in vigore il primo gennaio del 2020, prevede l’istituzione di tribunali speciali che dovranno esprimersi su diverse questioni, tra cui il diritto di assemblea e la libertà di stampa. I tribunali speciali saranno controllati direttamente dal Ministro della Giustizia, a cui spetterà il compito di nominare i nuovi giudici. Da ultimo, la recente modifica costituzionale, che ha reso l’unione tra persone eterosessuali l’unica forma di famiglia dotata di rilevanza e protezione costituzionale.

Per la prima volta nella storia europea infatti, gli organi europei hanno approvato l’applicazione dell’articolo 7 dei Trattati dell’Unione, che prevede una rigida sanzione per quei Paesi membri che non rispettino lo Stato di diritto e che promuovano politiche autoritarie e repressive dei diritti umani.

Le trattative sul Recovery Fund, qualche settimana fa, si sono sbloccate grazie alla mediazione della Germania, che ha permesso che il dissenso degli Stati di Polonia e Ungheria non pregiudicasse la tutela dello Stato di diritto.

Economia e diritti

Ad oggi la questione economica della ricrescita a seguito del Covid, sembra l’unica meritevole di essere considerata protagonista degli scenari politici. Ma ciò che non può mai permettersi di occupare una seconda posizione è la questione del rispetto e della tutela dei diritti fondamentali. La protezione dei diritti umani deve necessariamente rivestire un ruolo fondamentale in ogni decisione politica, sia esterna che interna. Le tristi vicende di Ungheria e Polonia, rendono evidente che il pericolo di politiche repressive ed autoritarie non è assolutamente da sottovalutare.

Il Recovery Fund sicuramente segna un profilo fondamentale ed innovativo in ambito europeo, ma non possiamo ritrovarci (di nuovo) in una situazione in cui ad essere ricoverati siano i diritti umani fondamentali.

Allegra Dominici
Allegra Dominicihttps://www.sistemacritico.it/
Mi chiamo Allegra Dominici e sono iscritta alla facoltà di Giurisprudenza di Urbino. Mi piace rivedere ciò che studio dai libri in ogni aspetto della vita quotidiana. Costituzionalista convinta. In futuro? Aule del tribunale e lunghe toghe. Ma mi piace anche viaggiare, guardare serie tv e divertirmi con gli amici.

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