venerdì, 13 Dicembre 2024

Un 2 aprile più inclusivo

Il 2 aprile è una data conosciuta come la “giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo”. Introdotta con una risoluzione dell’ONU il 18 dicembre 2007, solo il 2 aprile successivo le fu associato un colore: il blu. Successivamente, ecco comparire anche altri simboli, tra cui un pezzo di puzzle.

Ma è davvero la lettura giusta di questa data?

Cos’è l’autismo?

L’autismo, o meglio “disturbi dello spettro autistico“, è un disturbo del neuro-sviluppo che coinvolge principalmente linguaggio e comunicazione, interazione sociale, interessi ristretti, stereotipati e comportamenti ripetitivi.

Quella appena citata è una delle definizioni di autismo. Ma siamo sicuri che risponda alla realtà?

Posta in questi termini, sembra infatti una patologia, una malattia, quando, in realtà, l’autismo è solo un altro modo che la mente ha di funzionare, diverso da quello delle persone cosiddette neurotipiche.

Perché il colore blu

Quando nel 2007 le Nazioni Unite decisero di istituire questa giornata, i promotori spiegarono che il colore blu era stato scelto in quanto aveva il potere di risvegliare il senso di “sicurezza” e il bisogno di “conoscenza”. Inoltre, si pensava che le persone autistiche fossero quasi esclusivamente di sesso maschile.

La comunità autistica, però, si dissocia da questa retorica, dichiarando chiaramente che il blu non la rappresenta, poiché visto come un colore “triste”.

Perché il puzzle

Il pezzo di puzzle fece la sua apparizione nel 1963 come simbolo della National Autistic Society. Il logo era composto da un pezzo di puzzle con all’interno il viso di un bambino che piange. 

Il motivo di una tale scelta è stata giustificata con il fatto che le persone autistiche erano viste come “disadattate”, “incapaci di integrarsi” nella società. Il significato intrinseco del pezzo di puzzle crea classimo e discriminazione.

Il simbolo è stato evidentemente ampiamente discusso e criticato: le persone autistiche non sono incomplete, né malate. Sono persone complete, che vivono la loro normalità. Che questa sia diversa dallo standard non significa che sia un errore.

Colori diversi per il 2 aprile

La comunità autistica ha deciso, quindi, di rivoluzionare i simboli da anni associati a loro. Cominciando con dei colori diversi: rosso, oro e i colori dello spettro visibile:

  • i colori dello spettro visibile sono stati scelti come richiamo allo spettro autistico;
  • il rosso poiché in netta contrapposizione col blu, e ancora privo di qualsiasi associazione simbolistica;
  • L’oro perché Âû è l’abbreviazione che viene posposta al proprio nome da attivisti dei diritti degli autistici.

Simboli diversi per il 2 aprile

Dopo aver scardinato il colore blu, resta il pezzo di puzzle. Un simbolo più inclusivo e dal significato positivo è stato identificato nel simbolo dell’infinito. Questo vuole raccogliere tutte le persone autistiche, indipendentemente dalle loro peculiarità (e non “dal loro funzionamento”).

Iniziative differenti per il 2 aprile

Sebbene l’iniziativa più diffusa sia “Illumina di blu”, in Italia stanno prendendo piede anche altre iniziative, più inclusive e nel rispetto di tutte le (neuro)diversità.

Una di queste è “Coming AUT – Stim it up Rainbow“, nata all’interno del gruppo Neuro(A)tipici e frutto del lavoro di più cervelli diversi, atipici e tipici. Uno degli obiettivi di questa iniziativa è porre l’attenzione sull’accettazione delle varie peculiarità di espressione delle persone autistiche. Si può aderire sia in modalità online che offline.

Un 2 aprile diverso

Vogliamo davvero che il 2 aprile sia la giornata sulla consapevolezza dell’autismo?
Se la risposta è sì, iniziamo col leggere e seguire gli articoli che narrano l’autismo fuori dagli stereotipi, con un’immagine positiva e usando un linguaggio corretto.

Poi, troviamo una persona autistica verbale, sediamoci accanto a lei e ascoltiamo. Ma ascoltiamo veramente, perché è inutile volere che le persone autistiche non verbali parlassero se poi zittiamo quelle che parlano.

“Alle persone non autistiche chiediamo di non sfidare, né combattere l’autismo. Noi persone autistiche non dobbiamo né essere combattute, né sfidate, ma capite, come si fa con tutti gli altri esseri umani. Invece di avere paura, provate a conoscerci”.

Red Fryk Hey – Ballerina e attivista autistica
Alice Mauri
Alice Mauri
Alice Mauri, gradarese, nata nel 1997. Sebbene abbia studiato contabilità, sono Dog Sitter qualificata ed iscritta all'albo FISC (Federazione Italiana Sport Cinofili) e scrivo libri. Scrivo nella sezione di filosofia ed atttualità per Sistema Critico da anni. Amante degli animali e della buona musica. Sfogo la mia passione per la scrittura e la poesia su una piccola pagina Instagram.

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