mercoledì, 24 Aprile 2024

Una battuta ci seppellirà

Il 9 gennaio ci ha salutato Zygmunt Bauman ma, se possibile, si è rafforzato il concetto di “società liquida”, lo smarrimento dell’uomo moderno al cospetto di un mondo plurale, organizzato in categorie mutevoli e sfuggenti.

Come reagisce il novello Odisseo ad un quadro così indecifrabile e burrascoso? Laddove i confini sfumano e le strutture sociali si compongono e decompongono rapidamente, il cinismo vince facile sulla razionalità. E il problema sorge nel momento in cui realizziamo che la nostra epoca sia rimasta prigioniera di un unico polo, proprio quello del cinismo, che si è tradotto in ironia o, nella sua forma più becera, in sarcasmo. Qui ci accorre in aiuto l’etimologia: sarkasmòs è detto di colui “che dilania le carni” ed ecco che il sarcasmo, apparentemente innocuo, rivela il proprio esercizio di violenza.

Oggi è possibile mettere in ridicolo qualunque cosa e lo si fa con gusto, chi ragiona o dubita è sospetto. Ma non scopro nulla di nuovo: il compianto David Foster Wallace, più di vent’anni fa nel suo E Unibus Pluram, aveva predetto questa distorsione dell’ironia: “chiunque abbia la sfacciataggine di chiedere all’ironista che cosa sostiene veramente finisce per sembrare una persona isterica o pedante. In questo consiste l’oppressione dell’ironia istituzionalizzata, di una rivolta che, oserei dire, sia troppo riuscita: la capacità di interdire la domanda senza occuparsi del suo oggetto“.

A vent’anni di distanza la situazione, se possibile, è peggiorata: questo “modello dittatoriale della delegittimazione” è stato affinato politicamente (Berlusconi, Trump?) e sdoganato moralmente, fino a diventare una sorta di riflesso incondizionato. Ogni cosa può essere liquidata con il riso e ciascuno si arroga il diritto di poter esprimere il proprio rancore sotto la maschera della risata caustica. E se lo facciamo è perché ci troviamo qualcosa di piuttosto appagante: non c’è alcuna difesa contro il sarcasmo, che io reagisca con una battuta o cercando di argomentare il mio interlocutore può continuare a denigrarmi.

Ed è qui che subentra l’errore più imperdonabile: ritenere il sarcasmo un’arma efficace contro le storture del sistema o gli abusi di potere. Ci parla di nuovo Foster Wallace: “Una volta evidenziati i problemi, che vogliamo fare? A quanto pare solo continuare a mettere in ridicolo la realtà“. Viviamo in tempi poveri di ideali e colmi di rabbia sociale, oscilliamo tra una certa povertà intellettuale e uno smarrimento in un mondo pluralistico: se continuiamo a considerare il dialogo razionale come qualcosa di noioso e inutile, allora moriremo tutti prendendoci in giro.

Alessandro Laloni

Sistema Critico
Sistema Critico
Siamo un gruppo di ragazzi e ragazze sparsi per l'Italia che hanno a cuore l'informazione e il pensiero critico. Il nostro obiettivo è risvegliare lo spirito critico delle persone attraverso la pubblicazione di articoli, inchieste, riflessioni personali che contengano spunti per sviluppare dibattiti, circolazioni di idee, dialoghi costruttivi. Vogliamo offrire uno spazio senza restrizioni in cui ognuno possa esprimere la propria opinione su un tema qualsiasi. Siamo assolutamente imparziali, non ci sono schieramenti politici o ideologie preponderanti: l'unico principio a cui facciamo riferimento è il libero pensiero. Essere inconsapevoli di ciò che accade intorno a noi è una rinuncia ad avere un ruolo attivo nella società. Informazione e riflessione critica: questo è ciò che in sintesi è Sistema Critico. Seguici anche su Instagram, Facebook e LinkedIn.

Latest articles

Consent Management Platform by Real Cookie Banner