sabato, 20 Aprile 2024

Uomini e no: Enne 2 e l’uomo moderno

Uomini e no: essere uomini o non esserlo, combattere in guerra o perdersi. È l’inverno del 1944 e Milano è invasa dai tedeschi. Enne 2, protagonista del romanzo di Elio Vittorini, è un partigiano che lotta per la Resistenza. Il libro si schiude con una considerazione sull’inverno: è mite. Il sole splendente fa da contrasto alla realtà cruda. La città è vittima del terrore fascio-nazista, ma prende voce nei partigiani che ne attaccano i centri di potere. Partigiani e tedeschi come opposti rispecchiano rispettivamente bene e male: i primi sono disposti a morire pur di non arrendersi, i secondi arrivano a mirare anche innocenti.

Enne 2, il giovane eroe, è in conflitto: in guerra, in amore, con sé stesso. Medita sulla crudeltà umana, soffre per amore: è forte quanto fragile.

Enne 2, amore e riconoscibilità

“Un pezzo corse, e mai rivide, nel nero della folla chiusa dentro il tranvai, il gomito e la spalla di una donna per i quali correva.”

Elio VIttorini, Uomini e no, Mondadori, Milano 2019, (p.4).

Enne 2 scorge il dettaglio e corre per il dettaglio, accorre verso la donna che riconosce per il gomito e la spalla. È come trascinato da “un grande suono” e si lancia, assecondando il tumulto irrompente, nell’amore. È Berta: già sposata, lontana nel suo essere irraggiungibile, scostante e incerta. Lui l’ha ritrovata, dopo dieci anni. Le loro conversazioni sono ermetiche, intense, intime. Si ricercano nelle parole e si muovono in dialoghi veloci. La sua è ossessione amorosa, un “perdurare del suono”. Inoltre, nell’amore c’è una ricerca interiore: la realtà li ha separati e portati a una crisi d’identità così radicale dal non riconoscersi neanche più per nome.

<<Dimmi come ti chiamano>>. <<Enne 2>>. <<Enne 2? Non posso chiamarti Enne 2>>. <<Te l’ho detto. Non è un vero e proprio nome>>. <<Prima avevi un vero e proprio nome>>.

Elio VIttorini, Uomini e no, Mondadori, Milano 2019, (p.8).

Vittorini e l’intervento meta-letterario

L’autore, a un certo punto, s’inscrive nella storia: entra, pone sé stesso in dialogo con il personaggio da lui creato e priva la maschera della distanza autoriale.

“L’uomo chiamato Enne 2 è nella sua camera. Egli è e steso sul letto, fuma, ed io non riesco a non recarmi da lui. Da dieci anni voglio scrivere di lui, raccontare della cosa che c’è da 10 anni tra una donna e lui, e appena sono solo nella mia camera, steso sul mio letto, il mio pensiero va a lui, e mi tocca alzarmi e correre da lui.”

Elio VIttorini, Uomini e no, Mondadori, Milano 2019, (p.25).

Lo straniamento che si viene a creare è forte: Vittorini vorrebbe essere il suo personaggio ed è come se ci fosse un rapporto di reciproco tormento tra autore e protagonista. In questo intervento, Vittorini riflette sulla condizione esistenziale e studia psicologicamente Enne 2, instaurando una relazione diretta con il lettore.

Enne 2 e l’uomo moderno


Enne 2 è il personaggio che vorrebbe essere l’autore, l’eroe, l’uomo innamorato e senza nome, disorientato in una società malata. Lui cerca la sua identità nell’amore e lotta per i suoi ideali. E confida a Vittorini come vorrebbe tornare al rifugio della sua infanzia, via dalla violenza, insieme alla sua amata. Laddove è perso, in lui si rispecchia, in parte, il turbato uomo moderno, che cerca uno spazio per sé stesso in un mondo diverso e in cambiamento. Zygmunt Bauman, nella sua teoria di “modernità liquida”, spiega come nella società moderna Il futuro appaia ignoto e l’incertezza sia l’unica certezza, in mancanza di punti fermi a cui fare riferimento. Enne 2, frantumato nell’identità e rifiutato nell’amore, sacrifica ciò che rimane di lui all’unica sicurezza: la politica, la battaglia, la Resistenza.

Enne 2 è Vittorini, è l’uomo fragile, è una premessa dell’uomo moderno, ma anche l’eroe di una storia passata.

Modernità liquida


Bauman definisce la società “liquida”: in essa tutto è fluido, tentennante, mutevole. Non si può rimanere fermi, la frenesia e il movimento sono caratterizzazioni fondanti. Enne 2 corre verso Berta come l’individuo corre in una vita ove non è possibile essere statici. Secondo il sociologo, la crisi dello Stato è la causa cardine dell’insicurezza unanime. La prima modernità, la solida, si basava sull’idea di fondare un nuovo ordine sociale, quando la seconda, la liquida, ha lasciato definitivamente la stabilità in virtù di una metamorfosi costante. Nella precarietà, l’uomo s’aggrappa a qualsiasi cosa da cui possa dipendere, quantunque possa assicurargli certezze.

Libertà

La libertà contemporanea è tanto potente quanto impotente: le persone hanno sempre più libertà e iniziativa privata, ma le identità diventano più fragili. Nell’individualizzazione che progressivamente avanza, la competizione aumenta e i legami interpersonali vengono meno. Il singolo si perde, è disorientato nel mutamento e nella corsa che non arriva a una fine. Enne 2 è sia l’eroe che il singolo che perde sé stesso.

Identità frammentata

“Di chi è quel vestito? Egli lo guarda, ed io lo guardo. Qualche volta lo abbiamo anche toccato.”

Elio VIttorini, Uomini e no, Mondadori, Milano 2019, (p.26).

L’autore e il protagonista sono al contempo simbiotici e divisi. Vittorini penetra nel personaggio identificandosi in esso, pur conservando la sua individualità. Ciò non lo esime dal frantumarlo, addebitandogli nomi diversi.

“Io l’ho chiamato, in dieci anni, con tutti i nomi che ha avuti.”

Elio VIttorini, Uomini e no, Mondadori, Milano 2019, (p.25).

Così facendo toglie completezza a Enne 2, spezzettando la sua identità. Identità che odiernamente, secondo Bauman, fluisce senza prendere forma, sommandosi alla profonda solitudine dell’essere umano.

Francesca Garavalli
Francesca Garavallihttps://www.sistemacritico.it/
Laureata al corso di laurea "culture letterarie europee", a Bologna, dove si studia letteratura con un pizzico di français. Mai interrompermi durante una lettura, il resto della giornata, però, so anche essere gentile.

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