giovedì, 25 Aprile 2024

Destra, sinistra e ideologie

 

Per decenni il gioco democratico è stato scandito dall’alternanza e dal confronto di forze politiche appartenente alla destra e alla sinistra. Non sono mancante forze e movimenti, nel corso degli anni, privi di particolari connotazioni ideologiche o comunque non riconducibili a posizioni precise. Un esempio può essere il partito dell’Uomo Qualunque o i vari movimenti che, per quanto dotati di finalità politico-sociali, possono essere considerati trasversali, come il femminismo.

 

Dunque il Movimento 5 Stelle non costituisce una novità da questo punto di vista, per quanto certamente molto originale sotto una miriade di altri aspetti. Questa nuova forza politica ha acquisito nell’ultimo periodo un grosso peso, divenendo la prima scelta di un nutrito numero di italiani sotto una bandiera precisa: ovvero che non esistono bandiere. Fascisti e comunisti sarebbero guelfi e ghibellini, destra e sinistra concetti superati, novecenteschi ed anacronistici. E’ davvero così? Ritengo che, essendo l’M5S un potenziale partito di governo per il prossimo futuro, sia importante dare una risposta alla domanda.

Società post ideologica

 

Partiamo da un presupposto: caduto il muro di Berlino ed avviatosi il mondo verso il disgelo, ci siamo effettivamente ritrovati in un contesto post ideologico. La maggioranza dei paesi più sviluppati del mondo sono democratici; i grandi baluardi del comunismo, come URSS e Cina, sono lontani dal marxismo di qualsiasi forma, e praticamente tutti i paesi del mondo vivono all’interno del sistema di mercato.

E’ vero che destra e sinistra sono concetti che si sono trasformati, ridotti spesso ad una mera semplificazione, ma questo non vuol dire che sia privo di senso continuare a riferirsi alle ideologie.

Il punto della questione è che esistono molti tipi di destre e di sinistre, a volte con atteggiamenti opposti su temi analoghi. Ad esempio un conservatore protezionista ed un liberista progressista potrebbero essere entrambi ricondotti alla destra, per quanto con idee quasi agli antipodi in merito a gestione dell’economia e libertà sociali. La propria appartenenza politica è determinata da una miriade di parametri, come l’atteggiamento verso il libero mercato, la società, l’internazionalismo e così via. Ecco perché esistono e sono esistiti così tanti partiti differenti, solo apparentemente simili perché rientranti nel medesimo calderone di destra e sinistra.

 

Perché destra e sinistra sono importanti

 

Detto questo… a che ci servono queste posizioni ideologiche? O i partiti?

I partiti sono lo strumento fondamentale di organizzazione democratica della volontà popolare. Essi rappresentano diverse idee politiche e modi di pensare, in modo da raggruppare con la maggiore precisione possibile i pensieri più omogenei. Probabilmente servirebbe un partito per ogni italiano per centrare appieno l’obbiettivo, ma è vero anche che una manciata di partiti dovrebbero essere in grado di dipingere una tela che rappresenti le correnti più diffuse. Poi, ovviamente, sistemi maggioritari spingono le forze più affini ad allearsi trovando programmi comuni, mentre sistemi proporzionali, favorendo maggiormente la rappresentanza, spingono verso una frammentazione del panorama.

Anche sistemi con solo due partiti, come ad esempio gli Stati Uniti d’America, vedono rappresentate le diverse facce della società grazie alle numerose correnti interne che si alternano sfruttando i vari strumenti di democrazia interna.

 

Ed il Movimento?

 

Come si inserisce il movimento in questo contesto? L’M5S altro non è che una naturale reazione ad un sistema in crisi che ha allontanato molti cittadini dalla democrazia. Nato all’insegna della legalità e della riscossa sociale, effettivamente ha al suo interno elementi riconducibili sia alla destra, sia alla sinistra, ma anche molte ambiguità.

La caratteristica principale dei pentastellati è quella di aver raccolto al suo interno una vasta schiera di delusi, provenienti da tutte le parti politiche, siano esse moderate o estremiste, evitando che confluissero in altri movimenti dai caratteri radicali o antidemocratici. Questo però rischia di essere il suo più grande limite. Elettoralmente è sicuramente un vantaggio, in modo analogo all’effetto del partito di centro, ma mentre le forze centriste riescono a creare una sintesi di posizioni tra gli elementi più moderati di destra e sinistra, lo stesso non può dirsi di una forza che mette assieme elettori di ogni possibile ideologia. Usciti dai temi classici del movimento, come il reddito di cittadinanza, come mettere d’accordo un ex fascista e un ex comunista? Un ex PD ed un ex forzista? Un ex radicale ed ex un conservatore? Un europeista ed un euroscettico?

Parliamoci chiaro: odiare Renzi e l’onestà non sono programmi. Le ideologie lo sono, in quanto queste corrispondo a precisi atteggiamenti in merito alle questioni che un governo deve affrontare. Tuttavia l’M5S fatica a trovare una posizione non ambigua su una miriade di temi fondamentali: immigrazione, Europa, diritti civili e strategie economiche. Non dico che non siano mai state espresse posizioni, ma che è molto difficile comprendere l’orientamento generale in merito a questa rosa di problemi. Ma mentre tutto questo è accettabile quando si siede tra i banchi dell’opposizione, altrettanto non può dirsi di una forza di governo. Basti pensare alle difficoltà che Virginia Raggi sta incontrando a Roma. Si avvale dell’aiuto di ex collaboratori di Alemanno? Insorge la sinistra del suo elettorato. Si dimostra aperta all’accoglienza di migranti e si schiera a favore di stranieri cacciati dalla propria abitazione popolare? Insorge l’elettorato di destra. Se questo accade ad un sindaco, immaginate cosa potrebbe succedere su scala nazionale.

 

In conclusione

 

Per concludere, questo non vuole essere un attacco ad una parte politica, che tra i molti difetti ha anche inestimabili pregi, ma una considerazione da cui una forza che nel futuro, a mio vedere, ricoprirà ruoli di governo non può prescindere.

Da movimento anti sistema, l’M5S si è presto istituzionalizzato e continua ad istituzionalizzarsi, come succede per tutti i partiti di rottura. Forse sarebbe il caso che abbandonasse la neutralità ideologica in favore di una posizione meno ambigua. Anche perché, se questo non dovesse essere, è possibile che al momento di mandare qualcuno a Palazzo Chigi, i 5 stelle si schiantino con fragore di tuono.

E’ inoltre importante che non ci si dimentichi che i cosiddetti “guelfi e ghibellini” stanno tornando a crescere in tutta Europa. La risposta che il popolo spesso cerca a situazioni di crisi è radicale, e molti movimenti di stampo fascista (o comunque “sporchi di fascismo”) si offrono come soluzione a quella politica che così male ha gestito il mondo.

Grazie al cielo i 5 Stelle hanno evitato che in Italia queste forze prendessero eccessivamente piede, ma il caso di Ostia è emblematico. Per non parlare dell’Austria, della Grecia, dell’Olanda e delle ultime elezioni tedesche. Saranno anche guelfi e ghibellini, ma allora questo significa che Papa e Imperatore sono divenuti popolari come non lo erano dal secondo conflitto mondiale, 70 anni fa. E questo dovrebbe essere preoccupante per tutti i democratici, di destra o sinistra che siano.

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