sabato, 27 Aprile 2024

Dulle Griet: da santa a strega

Margherita la Pazza (Dulle Griet) è una strega del folklore fiammingo. Solitamente, nella cultura d’oltralpe, rappresenta l’avarizia e la sfida agli inferi.

Santa Margherita di Antiochia

Presumibilmente la figura di Dulle Griet, strega fiamminga, è una trasposizione popolare di Santa Margherita di Antiochia.

Margherita era una giovane donna cristiana vissuta in Antiochia (attuale Turchia) nel III secolo d.C., martirizzata sotto l’impero di Massimiano e Diocleziano.

Margherita, figlia di un sacerdote pagano, si avvicinò al cristianesimo grazie alla balia, segretamente credente.

Scoperta e cacciata dal padre, andò a vivere in un piccola comunità cristiana. Un giorno, mentre conduceva le pecore al pascolo, fu notata dal prefetto Olibrio, che tentò di farne la propria sposa.

Margherita, rifiutando il matrimonio in virtù della propria fede, fu denunciata e incarcerata.

Si racconta che, durante la notte, il diavolo andò a farle visita con le sembianze di un drago. Il drago la inghiottì viva, ma Margherita riuscì a liberarsi: gli squarciò la pancia con la croce che portava al collo (per questo è la protettrice delle partorienti nella Chiesa ortodossa).

Margherita, dopo aver sopportato interrogatori, torture e flagellazioni, fu decapitata all’età di 15 anni, nel 290 d.C.

Il culto di Santa Margherita ha radici antiche e nel Medioevo era tra i quattordici santi ausiliatori, ovvero i santi invocati in caso di necessità riguardanti la salute.

La storia di Santa Margherita è stata tramandata nel corso dei secoli in varie versioni, fino a diventare, nel folklore nordico, una strega capace di sfidare l’inferno e il diavolo stesso.

Santa Margherita in una miniatura medievale

Margherita nella storia dell’arte

La tematica di Margherita ha affascinato molti artisti nel corso dei secoli.

Nell’iconografia artistica, gli attributi che accompagnano la santa sono il drago e la croce.

Il drago è rappresentato trafitto da un’asta crociata oppure legato, a simboleggiare la vittoria della Santa, in grado di domare il demonio.

Molto presente nelle miniature medievali, è stata dipinta dagli artisti più noti della storia dell’arte, quali, ad esempio, Guercino, Raffaello Sanzio, Annibale Carracci e Simone Martini.

Particolarmente belle e eleganti sono le due rappresentazioni dipinte da Raffaello assieme alla sua bottega.

Raffaello e aiuti. Santa Margherita (1518 circa)
Raffaello e aiuti. Santa Margherita (1518 circa)

Pieter Bruegel il Vecchio

Ad affascinare, ancora più delle trasposizioni nelle vesti di santa, è la raffigurazione della strega, a opera dell’artista Pieter Bruegel il Vecchio.

Pieter Bruegel (Breda 1525/30 circa – Bruxelles 1569) è stato uno dei più importanti artisti fiamminghi.

Bruegel vive in un momento storico molto particolare: da una parte c’è il movimento iconoclasta, dall’altra il tentativo di rendere l’arte religiosa e le Sacre Scritture accessibili ai ceti più umili.

Tra scene fantastiche e reali, egli attinge principalmente dal mondo contadino dei Paesi Bassi, dipingendo scene semplici, vicine all’anima e alla fede della popolazione.

Bruegel, nonostante il viaggio in Italia, non si fa condizionare dalla magnificenza e dalla monumentalità del Rinascimento italiano, ma mantiene uno stile semplice e popolare.

I suoi dipinti rappresentano la vita di campagna, il folklore nordico, le leggende, i proverbi, la saggezza popolare: è definito, dai critici, il contadino pittore.

Dulle Griet

Una delle opere più affascinanti della sua produzione artistica è la rappresentazione di Margherita la Pazza.

Bruegel è uno studioso attento di Hieronymus Bosch e, in questo dipinto, sono evidenti le sue influenze.

In un luogo indefinito, animato da esseri umani, mostri e creature grottesche, spicca la grande figura di una donna.

Si tratta di Dulle Griet, Margherita la Pazza, non più la santa che sconfigge il diavolo, ma una strega che porta l’inferno sulla Terra.

Margherita non brandisce la croce: indossa un’armatura e, armata di spada, corre verso la bocca dell’inferno, portando con sé un forziere e altri oggetti preziosi.

La bocca dell’inferno, spalancata, dall’aspetto antropomorfo, ricorda le immagini sacre, ma ponendosi in antitesi.

Mentre nell’iconografia sacra Margherita sovrasta il drago/diavolo che, con le fauci spalancate, sembra urlare il dolore della sconfitta, qui il demonio sembra attendere il ritorno di Margherita, non più giovane, coraggiosa e bellissima vergine devota a Dio, ma vecchia e inquietante strega portatrice di caos.

Il diavolo e la donna non sono più antagonisti, ma fanno parte del medesimo universo infernale, riversato sulla Terra con la complicità di Dulle Griet.

Significato dell’opera

Critici e studiosi si interrogano da molti anni sulle possibili interpretazioni dell’opera. Molto probabilmente Bruegel unisce vari insegnamenti e proverbi popolari, facilmente interpretabili per il pubblico dell’epoca.

Verosimilmente, è un monito contro l’avarizia, una critica al possesso dei beni terreni e all’inutile accumulo di ricchezze. Margherita arriva nel regno degli uomini per arraffare e portare con sé tutto ciò che può, mentre altri mostri spargono denaro e gli esseri umani litigano tra di loro.

Secondo alcuni, vista la presenza di molte donne, potrebbe essere anche un riferimento alla collera delle donne e alla guerra tra sessi. Un proverbio fiammingo recita, infatti, che le donne colleriche quando sfogano la propria rabbia “possono saccheggiare la soglia dell’inferno e tornare incolumi”.

Ed ecco, alle spalle di Griet, una folla di donne nel bel mezzo di una razzia. La presenza di questo gruppo femminile potrebbe avvalorare l’ipotesi del proverbio e della guerra tra sessi, soggetti comuni nel teatro popolare.

Pieter Bruegel il Vecchio. Dulle Griet (1561/63)

Bruegel: Il censimento di Betlemme, Introduzione di Philippe Daverio. Corriere della Sera: I capolavori dell’Arte; Milano, 2014

Monica Marcoleoni
Monica Marcoleonihttps://www.sistemacritico.it/
Laureata in Beni Culturali a Padova. Un po’ guida turistica e un po’ bibliotecaria, a 29 anni non ho ancora capito cosa farò da grande. I problemi li risolvo con tisane, popcorn e spritz al Campari. Amo l’arte, la letteratura, il cinema, la buona musica e le paperelle di gomma. Credo nell’accessibilità della cultura e delle informazioni. Odio le ingiustizie e quando mi arrabbio dovrei contare fino a 10 prima di parlare. Adoro il mio brutto carattere e il mio equilibrio instabile.

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