lunedì, 29 Aprile 2024

I migliori album usciti finora nel 2021 che forse non hai ancora ascoltato

A un 2020 tra crisi discografica e creatività da lockdown, sta seguendo un 2021 di ottima musica. Ma nella marea di uscite, qualche album rimane nascosto tra le onde. E spesso sono i più prelibati da pescare.

In questa breve guida cercheremo di riassumere mezzo anno di musica attraversando generi e nazionalità di provenienza e, soprattutto, immergendoci nei fondali meno conosciuti e blasonati per trovare qualche tesoro nascosto.

Un’ottima (mezza) annata

Come detto in precedenza, il 2021 finora si prefigura come un’ottima annata di musica. Sarà che molte case discografiche hanno preferito aspettare a pubblicare album rispetto a un 2020 dove era praticamente impossibile fare promo; sarà che proprio la chiusura forzata del 2020 ha dato sfogo alla creatività di molti artisti (dando spazio all’inflazionata frase “prodotto e realizzato durante il lockdown” nelle press release).

In ambito rock e dintorni – soprattutto nei dintorni – abbiamo visto gli ottimi e apprezzati esordi di band come Squid e Black Country New Road, provenienti entrambi dalla stessa matrice che mescola post-punk e math rock. In tema punk, buono anche il ritorno degli Iceage, così come quello dei Black Midi per un rock dalle strutture irregolari. Sempre con le chitarre, ma distante dalla concezione classica del rock, è anche l’ottimo lavoro degli Spirit Of The Beehive.

Collaborazioni eccezionali e crossover di generi

In area black music, dalle trame soul e r’n’b, ci sono gli esordi di Celeste e Arlo Parks, nomi apprezzati anche da un pubblico più ampio. Dawn Richard e Rochelle Jordan invece donano la loro voce in due album dove musica elettronica e da club fanno da sfondo a un pop elegante e raffinato. Madlib firma una delle produzioni più belle dell’anno (con arrangiamenti di Kieran Hebden, meglio noto come Four Tet), mentre i Sons Of Kemet tornano con un album di jazz politico e radicale.

Rimanendo in tema jazz, un gigante come Pharoah Sanders ha dato vita assieme a Floating Points e alla London Symphony Orchestra a quella che sarà probabilmente l’opera più bella dell’anno. Da segnalare anche il sodalizio tra la cantautrice sperimentale Jenny Hval e il polistrumentista Havard Volden sotto il nome Lost Girls dove ambient, trance e spoken word si mescolano fino a raggiungere territori art pop e dance.

E in Italia?

Anche l’Italia ha sfornato qualche gemma che ha raggiunto territori anche radiofonici. È il caso di Venerus, con la sua miscela jazzata di r’n’b e soul che guarda verso Londra. Oppure IOSONOUNCANE, tornato con un’opera mastodontica che fa parlare di sé più all’estero che qui. Gli Studio Murena firmano un piccolo capolavoro di jazz-hop, mentre Populous e Alessandro Cortini (fresco di ingresso nella Hall Of Fame con i NIN) firmano due produzioni diverse ma sontuose e immersive.

Dieci album che sono passati in sordina

Finora abbiamo citato tanti artisti, tutti diversi tra loro e dall’impatto trasversale sul mercato della musica. Ma non sono gli unici ad aver prodotto ottima musica in questa prima metà di 2021. Quella che segue è una selezione di dieci album, in ordine puramente casuale, che sono passati un po’ in sordina ma che meritano di essere scoperti e ascoltati:

Skee Mask – Pool

https://www.youtube.com/watch?v=iwTJTK_TBTE

Se seguite vagamente le uscite musicali in ambito elettronico – o se aprite almeno una volta a settimana la home page di Resident Advisor – vi sarete sicuramente imbattuti nel nome di Skee Mask. Produttore prodigio del roster Ilian Tape, dopo il magistrale Compro del 2018, Skee Mask è tornato con un album a sorpresa: Pool è una masterclass di techno e tappeti ambient per quasi due ore di viaggio cosmico. L’album non è disponibile in streaming ma potete godervelo sul Bandcamp dell’etichetta.

Chef Ragoo – Novecento

Chef Ragoo, al secolo Paolo Martinelli, è uno dei nomi storici dell’hip hop italiano. Proveniente dalla scena romana e con i piedi tra doppia H e hardcore punk (è anche il batterista dei Greve), pubblica il suo terzo album Novecento. Un disco dove si parla apertamente di depressione, ricordi e lotte personali: un punto di vista su un secolo e ricco di collaborazioni, da Danno del Colle Der Fomento a Niccolò Contessa de I Cani.

Mach-Hommy – Pray For Haiti

Mach-Hommy è lo pseudonimo di un rapper semi-sconosciuto del roster Griselda, una delle crew più calde del momento per quanto riguarda l’hip hop americano. Classe ’82, tra le poche info che si hanno, e stretto collaboratore di Westside Gunn, la cui presenza è massiccia in questo Pray For Haiti, attualmente album più riuscito di Mach-Hommy e piccolo capolavoro abstract jazzy.

Mdou Moctar – Afrique Victime

Il titolo di “Jimi Hendrix di/del/della” è un epiteto che si dà in maniera diffusa e, spesso, impropria a qualsiasi chitarrista che in maniera velleitaria provi a imitarne o proseguirne le gesta. Mdou Moctar è un chitarrista di provenienza tuareg, mancino come Hendrix, ma l’affinità in questo caso è più che appropriata ascoltando il suo ultimo lavoro Afrique Victime. Uscito per la Matador, l’album è un campionario di brani blues desertici dall’andamento dolce e ipnotico. Per saperne di più su chitarre, Africa e deserto leggete qui.

Erika De Casier – Sensational

Sensational non è solo il titolo del nuovo album di Erika De Casier, ma anche un ottimo aggettivo per descriverlo. Uscito per la storica 4AD, dopo una gavetta a produrre canzoni pop artigianali, la nostra arriva a un album di ritmi e suoni sofisticati con forti richiami alla stagione r’n’b di fine anni ’90 e inizio ’00, con la sua voce quieta e calma a creare piccole gemme melodiche.

Yu Su – Yellow River Blue

Uno dei nomi di punta della scena elettronica cinese, Yu Su dal 2014 è approdata in Canada con l’intenzione di scoprire e comporre musica elettronica. Dopo una serie di EP arriva il debutto Yellow River Blue dove dub, ambient ed echi wave si mescolano con musiche tradizionali asiatiche. Una commistione culturale riuscitissima per un vero talento.

Tomaga – Intimate Immensity

Intimate Immensity è l’album finale dei Tomaga, duo composto da Valentina Magaletti e Tom Relleen, scomparso poco dopo la fine delle registrazioni di questo LP. Estetica che richiama alla tradizione minimalista ma dal cuore pulsante di elettronica, Intimate Immensity è un piccolo cosmo a portata di mano per momenti di commovente riflessione.

Arooj Aftab – Vulture Prince

Originaria del Pakistan ma di stanza a Brooklyn, Arooj Aftab approda su territori trascendentali con il suo terzo album Vulture Prince. Litanie di folk pastorale accompagnate dalla sua voce suadente, Arooj Aftab crea momenti meditativi per esplorare spazi remoti della memoria o che non esistono ancora.

Amerigo Verardi – Un Sogno di Maila

Gli Animal Collective spurgati dalle componenti elettroniche, un Battiato più acido, un viaggio in un sogno. Con oltre un’ora di musica il cantautore e compositore brindisino Amerigo Verardi ha prodotto un capolavoro di psichedelia tramite un concept che ci porta verso le esplorazioni oniriche di Maila, protagonista del disco.

Valentino Mora – Underwater

Dopo diverse esplorazioni del mondo techno su pista da ballo, Valentino Mora sigla il suo LP di debutto sull’etichetta Spazio Disponibile capitanata dai maestri Donato Dozzy e Neel. Underwater, come suggeriscono il titolo e i colori della copertina, è un’esplorazione della techno dalle tinte dub negli abissi del mare. Un ascolto immersivo ad alta pressione acustica.

Luca Petinari
Luca Petinarihttps://www.sistemacritico.it/
Classe '90, giornalista, mi piace scrivere di musica. Immagino nuovi futuri possibili e ho nostalgia di quelli perduti, tra accelerazionismo e hauntology. Nelle canzoni cerco il suono perfetto ma alla fine trovo sempre qualcosa di me che non conoscevo.

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