venerdì, 13 Dicembre 2024

I re taumaturghi: ce roi est un grand magicien

La taumaturgia

La taumaturgia è per definizione la capacità di operare miracoli. Nello specifico, dato dono venne attribuito ai sovrani, in particolare a quelli di Francia e Inghilterra, nella forma della guarigione dalle scrofole (o adenite tubercolare).  Questo fenomeno, diffusosi a partire dal XII secolo circa, fu studiato in maniera quasi maniacale dallo storico francese Marc Bloch. La sua analisi però non si avvicina nemmeno lontanamente ad una sterile indagine storica, ad una raccolta sistematica di date e avvenimenti. La sua analisi si basa sul concetto di sistema psicologico; vuole indagare il fenomeno non tanto per poter affermare che accadde, ma per riuscire a capire quali furono i sentimenti e le condizioni che lo resero possibile.

Religiosità medievale

Durante il medioevo si aveva un’immagine materiale, per non dire “terra terra”, della religione e di ciò che era in relazione con essa.  Il mondo meraviglioso nel quale rientravano i riti cristiani, per gli uomini medievali, non era affatto distante dal loro mondo, quello in cui vivevano. Una nozione alquanto confusa in merito alle leggi naturali non fece altro che consentire a certe strane aberrazioni di farsi strada nella mente degli individui.

La regalità sacra

La consacrazione dei sovrani avveniva in quel periodo grazie all’intervento di un sacerdote. Dai tempi di Carlo il Calvo in Francia e dal IX secolo in Inghilterra, il re veniva “unto” ed incoronato. Il momento dell’unzione è il momento chiave dell’avvenimento; il nuovo sovrano veniva infatti segnato con l’olio consacrato, diventando, secondo l’espressione biblica, “Cristo del Signore”. Questo elevava sicuramente i regnanti al di sopra della folla ma allo stesso tempo l’officiante che dava l’unzione appariva superiore al monarca. Si arrivò velocemente all’idea che per fare un re occorresse un sacerdote, ma che non fosse vero il contrario. Fenomeno che accrebbe maggiormente la necessità dei sovrani di legittimare il proprio potere. Necessità che confluì tra le ragioni dell’enorme diffusione del “miracolo reale”.

Il tocco delle scrofole

L’idea che il sovrano fosse un uomo consacrato portò molto velocemente alla credenza che fosse quindi atto a guarire. Si sviluppò infatti in maniera rapida il rito del tocco delle scrofole (forma di tubercolosi extrapolmonare); i re toccavano con la mano le parti infette del malato e si facevano il segno della croce. L’atto poi si evolse con il tempo: furono introdotte acqua taumaturgica e parole consacrate ad accompagnare il duplice gesto tradizionale.

Le conclusioni di Marc Bloch

Dopo un’analisi più che esaustiva di date, avvenimenti, luoghi e personaggi, l’autore del libro “I re taumaturghi”, Marc Bloch, cerca di dare una spiegazione che possa chiarire il perché questa credenza divenne incrollabile; i chiarimenti non possono essere dati su una base razionale e semplicistica. L’autore si addentra infatti all’interno del campo della psicologia e dell’antropologia storica, adducendo alla necessità che ci dovesse essere un miracolo come antecedente sufficiente affinché ci potesse essere una fede salda nel miracolo stesso. Gli spiriti del tempo erano quindi disposti a credere, disposti a vedere nell’atto del tocco e della guarigione una chiara relazione di causa e effetto, in realtà inesistente. Insomma una fede salda non si turba facilmente, come Bloch spiega esplicitamente nel capitolo finale “L’interpretazione critica del miracolo reale”, e forse non esiste affermazione più attuale.

 

 

 

 

 

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