venerdì, 04 Ottobre 2024

Il Museo delle relazioni interrotte: ciò che resta dell’amore

Il Museo delle relazioni interrotte è un’esposizione museale che ospita oggetti di varia natura.

Gli oggetti raccolti non sono accomunati dal valore artistico ed artigianale e non sono il frutto di un processo creativo.

Il Museo delle relazioni interrotte è un museo sociologico, con sede a Zagabria (Croazia), che riunisce oggetti-ricordo provenienti dalle relazioni finite. È un museo fondato sui sentimenti e sul valore affettivo, non materiale.

I fondatori del museo

I fondatori del museo sono Olinka Vištica e Dražen Grubišiać, artisti croati.

Olinka Vištica è un’art producer nata a Spalato. È laureata in Lingua e letteratura inglese e francese all’Università di Zagabria.

Dražen Grubišiać è un artista visivo, originario di Zagabria. Possiede un master in pittura all’Accademia di Belle Arti di Zagabria.

I due artisti hanno avuto una relazione durata quattro anni e, quando è finita, hanno notato la presenza di molti oggetti legati alla loro storia d’amore.

È soprattutto un coniglietto meccanico, divertente sostituto di un animale domestico, a suscitare affetto e malinconia in Olinka.

I due, scherzando, ipotizzano di creare un museo con i loro oggetti-ricordo. L’idea diventa realtà alcuni anni dopo: Dražen contatta Olinka e nasce così il Museo delle relazioni interrotte.

La nascita della collezione

Quando l’idea del museo prende forma, i due artisti chiedono a conoscenti e persone sconosciute di donare loro gli oggetti-ricordo delle loro relazioni.

Come dice Olinka Vištica, i due vogliono creare un «posto per raccogliere i proiettili scarichi degli amori passati».

La prima apparizione avviene nel 2006 come installazione in un festival d’arte locale. Emblematico il fatto che, per riporre i primi 40 oggetti raccolti, viene scelto il container di una nave abbandonata. Gli oggetti diventano così il simbolo di un naufragio amoroso.

L’installazione ottiene una grande risonanza mediatica, e iniziano ad arrivare pacchi da tutto il mondo, pieni di oggetti-ricordo che le persone donano al museo.

Come ricorda Olinka Vištica: «La nostra separazione è diventata una valanga che ha generato la cosa più significativa che siamo mai stati in grado di creare: una collezione globale e in costante evoluzione di ricordi, oggetti privi di valore effettivo, ognuno testimone prezioso della fine di una relazione».

Dalla mostra itinerante alla sede a Zagabria

La collezione aumenta e inizia a viaggiare, diventando una mostra itinerante.

Olinka Vištica e Dražen Grubišiać vengono invitati in molti paesi e l’esposizione compie un tour mondiale.

Tra il 2006 e il 2010 il museo è visitato da più di 20.000 persone, e alcune contribuiscono alla crescita della collezione donando altri oggetti.

Nel frattempo, i due artisti croati cercano una sede permanente: dopo varie trattative con il Ministero della cultura croato, decidono di investire le loro finanze in uno spazio proprio.

Il Museo delle relazioni interrotte, con sede nel centro di Zagabria, è stato inaugurato nell’ottobre 2010.

Nel 2016 aprono una seconda sede a Los Angeles.

La struttura del museo

I due artisti descrivono il museo come «un concetto di arte che procede dal presupposto che gli oggetti possiedono caratteristiche integrate (ovvero “ologrammi” di ricordi ed emozioni), e intende creare uno spazio di memoria sicura e ricordo protetto, al fine di preservare il patrimonio materiale e immateriale dei rapporti interrotti».

L’esposizione si divide in tre sezioni: reperti materiali, museo virtuale in rete, confessionale.

La prima sezione contiene oggetti e documenti: i reperti sono presentati con la data e il luogo della relazione, assieme alla descrizione dei donatori anonimi.

Nella seconda parte i visitatori possono “donare” la propria storia, caricando immagini e documenti, e scegliere se condividere la propria esperienza con gli altri visitatori.

Il confessionale, invece, è il luogo in cui i visitatori possono registrare messaggi e confessioni in uno spazio intimo.

Quando i musei raccontano i sentimenti

Il museo nasce dal bisogno dei due artisti di metabolizzare la fine della loro storia d’amore.

Come dice Olinka Vištica «La nostra società riconosce i matrimoni, i funerali e persino i diplomi, ma ci nega qualsiasi occasione formale per commemorare la disfatta di una relazione, malgrado il potere che la fine di un amore ha di sconvolgere o persino rimodellare il corso di un’esistenza».

Olinka e Dražen si rendono conto del valore sentimentale che possono assumere oggetti semplici.

Gli oggetti-ricordo sono in grado di suscitare forti emozioni ed essere rappresentativi di un legame.

Il museo è un viaggio dentro la memoria, è un modo per accomiatarsi dal proprio amore inviando un ricordo, e per confrontarsi con altre persone, leggendo storie che fanno riflettere.

L’esposizione può donare sollievo e benessere ai visitatori, offre consolazione del proprio dolore e senso di affiliazione tra sconosciuti.

Interessante il fatto che alcune persone decidano di donare oggetti provenienti da altri tipi di relazione, non solo amorosa, ma anche familiare e addirittura con sé stessi.

Ma i due artisti ci tengono a sottolineare che non si tratta di una forma di terapia, perché questo implicherebbe che c’è qualcosa di sbagliato che dev’essere curato.

Olinka e Dražen hanno voluto creare uno spazio in cui le persone potessero prendersi il tempo per guarire dalle ferite, in una società che non lascia lo spazio e il tempo di soffrire per i rapporti umani.

«La bellezza malinconica che emerge dalle fratture che proviamo nel corso della nostra vita è stata ingiustamente bandita dalla conversazione pubblica, nello stesso modo in cui le occhiaie e le rughe vengono cancellate da Photoshop» (Olinka Vištica).

Olinka Vištica e Dražen Grubišiać, Il museo delle relazioni interrotte: ciò che resta dell’amore, in 203 oggetti. Milano, Mondadori, 2018.

Monica Marcoleoni
Monica Marcoleonihttps://www.sistemacritico.it/
Laureata in Beni Culturali a Padova. Un po’ guida turistica e un po’ bibliotecaria, a 29 anni non ho ancora capito cosa farò da grande. I problemi li risolvo con tisane, popcorn e spritz al Campari. Amo l’arte, la letteratura, il cinema, la buona musica e le paperelle di gomma. Credo nell’accessibilità della cultura e delle informazioni. Odio le ingiustizie e quando mi arrabbio dovrei contare fino a 10 prima di parlare. Adoro il mio brutto carattere e il mio equilibrio instabile.

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