mercoledì, 01 Maggio 2024

Kim Jong Un: l’uomo oltre la quarantena

Ha fatto notizia la scomparsa per 3 settimane del leader della Corea del Nord Kim-Jong-Un durante questo periodo di quarantena mondiale. In un periodo in cui l’informazione è completamente monopolizzata dal virus, un uomo che governa una nazione con appena 24 milioni di abitanti occupa le prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Ma perchè? Chi è Kim?

Di chi stiamo parlando

Kim-Jong-Un è il leader della Corea del nord, la nazione più ermetica e meno amica dell’Occidente; 36 anni, Dittatore da 8, è stato protagonista di azioni militari “dimostrative” verso USA e Giappone, ma anche di distensione come l’incontro con Donald Trump il 12 giugno 2018. Grazie a questi incontri distensivi, sembra voler rendersi innocuo alle potenze occidentali sburocratizzando l’ideologia Juche che veglia nel paese dal 1948. Juche che, nei fatti, se da una parte è ben lontana dal comunismo dell’ex Unione Sovietica, dall’altra sostituisce il principio Dio, Patria, Famiglia della destra con una irrazionale devozione per la famiglia Kim.

Una famiglia divina?

Sono loro, i Kim, gli unici degni eredi al governo (o al trono?) di questa nazione accerchiata da una Nomenklatura estremamente anziana. Una classe dirigente anziana ci ha insegnato che, se non si mira verso politiche di rinnovamento, il regime rischia di cadere su se stesso, come ci insegna L’URSS post Brežnev. Tuttavia, il popolo continua a reagire con gioia al regime nordcoreano, anche grazie alla divinizzazione della famiglia Kim sulla Chosŏn Chungang T’ellebijyon, televisione di stato. Una delle tante stranezze della Corea del nord è infatti quella di essere l’unica necrocrazia al mondo, dato che Kim Il Sung (nonno di Kim Jong Un) è il presidente a vita della Repubblica popolare dal 1994 (anno della sua morte). Tornando al Kim vivo però, la sua intenzione di ringiovanire la classe dirigente coreana sembra intensificarsi grazie all’ascesa nelle gerarchie di Kim-Yo-Jong, sorella del dittatore.

Ru Chun Hee, la giornalista più amata a Pyongyang. In pensione dal 2018, a 75 anni. Tpi Foto

La Sorellina

Kim-Yo-Jong è ministra della propaganda, un titolo che in una nazione come questa è fondamentale. Grazie a lei le due Coree gareggiarono assieme ai giochi invernali di Pyeongchang nel 2018, una bellissima iniziativa di pace tra i due territori. Gregaria del cambiamento, suo è l’incarico di modernizzare la Nomenklatura nordcoreana. il Leader intende sostituire i vecchi dirigenti dell’epoca Kim Jong Il con nuove personalità, atte ovviamente all’autoconservazione del regime. Allo stesso tempo però la sorella cura anche il culto della personalità del dittatore, vicino a quello del nonno. Proprio all’epoca di Kim-Il-Sung, infatti, la Corea del nord ha vissuto il suo massimo splendore, al contrario numerose carestie si sono susseguite durante il governo del figlio Kim Jong il. Per questo l’attuale dittatore intende ammodernare la classe dirigente cercando di perfezionare un regime già stabile. Spigliata, fedele al leader, la sorella del Dittatore ha però secondo alcune fonti capi di imputazione in materia di diritti umani. In questo periodo di latenza comunicativa in merito alle condizioni di Kim-Jong-Un è stata più volte designata dalla stampa occidentale come un possibile successore al governo nordcoreano.

Kim Yo Yong – Quotidiano.net foto

Come sta il leader

Le condizioni di salute di Kim non sembrano eccelse da quando governa la Nord Corea. In evidente sovrappeso, il dittatore però non rinuncia a stili di vita sregolati, dimostrandosi un amante dell’alcol (Come suo padre) e un assiduo fumatore. Persino durante le direttive sul posto il leader fuma in totale tranquillità, non dimostrando di essere un cittadino esemplare, almeno sul piano sanitario. Pesa attorno ai 130 kg, probabilmente diabetico e iperteso, nel 2014 supera un doloroso intervento a seguito di frattura alle caviglie, che lo vedrà dopo l’intervento aiutarsi con un bastone. In quell’anno si assentò dai riflettori occidentali per ben 6 settimane. Anche lì, già dopo un paio di settimane si diffuse presto la notizia della morte del dittatore. Ancora una volta falsa.

Kim Jong Un dopo la sua prima “sparizione” – dagospia foto

Quest’anno, dopo 3 settimane, torna in patria inaugurando una fabbrica di fertilizzanti nel Nord del paese. Questa sua assenza l’ha portato a non presenziare al compleanno del nonno e presidente eterno Kim Il Sung. Ad accoglierlo, migliaia di persone accalcate dotate di mascherine eccezion fatta per lui stesso e per i dirigenti accanto a lui. Per Kim probabilmente si è trattato di un intervento cardiaco piuttosto invasivo che lo ha portato ad un periodo di riabilitazione forzato. Le condizioni attuali di salute del leader sono sconosciute tanto quanto le condizioni dei cittadini stessi. In epoca di pandemia verosimilmente l’unica nazione più protetta da SARS-COV-2 dovrebbe essere proprio la Corea del Nord, dato il divieto imposto ai cittadini di emigrare e una scarsissima percentuale di turisti.

Un rattrappito Kim Jong Un. – investireoggi.it foto

E se il leader morisse davvero?

Diversi giornali hanno dato Kim per morto, addirittura con un fotomontaggio ritraente il leader disteso a mo’ di sarcofago sovietico. La stampa occidentale è come se volesse il leader coreano morto anzichè rispettare il principio di autodeterminazione dei popoli e instaurare con la stessa rapporti commerciali favorevoli. La morte del leader non comprometterebbe in alcun modo il regime di Pyongyang. La sua morte sarebbe commemorata con parate monumentali e con folle dal pianto facile (probabilmente) pagate dallo stesso regime. Come se non bastasse, le scarse informazioni che abbiamo e le immagini satellite scattate “abusivamente” rischiano di minare oltremodo i sottili rapporti tra Corea e mondo globalizzato. Ad oggi la Corea è una dittatura stabile, che ha indottrinato il suo popolo per 72 anni. I nordcoreani non sanno cosa si trovi la fuori e probabilmente lo immaginano con apprensione. Alla morte di Kim Jong Un la sorella Kim Yo Jong sarebbe pronta diventando la prima dittatrice al mondo. Una bella storia, come tante, di parità di genere in salsa Juche. L’augurio della morte per il dittatore alimenta solamente il suo potere, che in patria ha picchi vicini alla tripla cifra.

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