sabato, 27 Luglio 2024

Morire nel silenzio

Mentre il mondo è concentrato sulla crisi causata dal coronavirus, in Medioriente e Nord Africa si continua a combattere e a violare diritti umani. Nell’indifferenza dell’opinione pubblica, e nonostante l’appello dell’ONU, neanche la minaccia da covid-19 riesce a far cessare la violenza. Quando l’8 marzo l’Italia dichiarava il lockdown, seguita con ritardo dagli altri paesi, sembrava che il modo si fosse fermato ovunque. Ma con il passare delle settimane le fragili tregue annunciate per far fronte al pericolo del coronavirus, si sono rivelate illusorie.

Una guerra regionale

In Libia, in quella che è diventata una guerra di procura tra le varie potenze regionali, gli scontri sono aumentati di intensità. Grazie al supporto della Turchia, il governo di Tripoli(riconosciuto dalla comunità internazionale) è riuscito a respingere gli attacchi dell’esercito nazionale libico, guidato dal generale Haftar, e passare al contrattacco. Quello che preoccupa l’Europa e gli stati Uniti è che, come successo in Siria, Iraq e Yemen, la Libia diventi terreno di scontro tra le potenze regionali. Qatar e Turchia sostengono il governo Tripoli, poiché islamista, perseguendo le loro politiche di espansione regionale di ispirazione religiosa(Doha) e imperialista(Ankara). Dall’altra parte, a sostegno di Haftar, ci sono Egitto, Emirati Arabi e Arabia Saudita, spaventate dalle politiche aggressive della Turchia e Qatar.

La paura è che nel caos, Isis possa approfittarne per riorganizzarsi, come sta avvenendo in Iraq e Siria, dove sono aumentati gli attacchi dei jihadisti. A tutto questo si aggiunge la crisi sanitaria, in un paese dove le infrastrutture mediche sono state danneggiate da nni di guerra civile. Ancora una volta la popolazione rischia di pagare il prezzo più alto, costretta a vivere in guerra perpetua e minacciata dall’avanzata della pandemia da covid-19

Guerre dimenticate

Ancora più drammatiche le situazioni in Yemen e Afghanistan, due guerre ormai dimenticate, ma che ogni giorno registrano livelli di violenza spaventosi. Nonostante la tregua annunciata, la guerra civile yemenita vede una situazione disastrosa. La popolazione è stremata da cinque anni di bombardamenti della coalizione a guida saudita e dal conflitto che vede contrapposti i ribelli sciiti houthi(sostenuti dall’Iran) e l’esercito lealista(sostenuto dalle monarchie del Golfo).

Nelle ultime settimane gli scontri sono ripresi nonostante sia in vigore una tregua. Il contesto è dei più drammatici, con ospedali, scuole e infrastrutture spazzate via dai raid aerei della coalizione, bombardate sistematicamente da Riyad e i suoi alleati. Una campagna del terrore verso la popolazione, che ha visto anche i ribelli compiere massacri e crimini di guerra. Oltre alla bombe, la popolazione deve far fronte a gravi carestie ed epidemie di altre malattie come il colera. L’ONU da tempo sta lanciando l’allarme, definendo la situazione nel paese come la più grave catastrofe umanitaria degli ultimi anni.

le bombe saudite sulla popolazione yemenita: https://www.internazionale.it/notizie/2016/03/10/yemen-guerra

L’attacco all’ospedale di Medici Senza Frontiere ha mostrato come la pace in Afghanistan è lontana. L’attentato, che ha causato decine di morti, aveva come obiettivo donne e bambini, civili indifesi che fanno parte dell’ minoranza sciita degli Hazara(gruppo etnico afghano). L’attacco ha visto una nuova escalation dell’offensiva nel paese dell’isis, che sta sfruttando i fragili accordi di pace tra stati uniti e talebani, per affermarsi agli occhi dei molti combattenti che rifiutano di trattare con Washington e Kabul. Il massacro contro l’ospedale mostra anche come Isis si stia riorganizzando dopo la sconfitta in Siria e Iraq, continuando con attacchi terroristici che destabilizzano l’area. Le varie intelligence occidentali, temono che la crisi causata da covid-19, abbia esposto i paesi europei a nuovi attentati da parte di Al Qaeda e Isis, e che riesploda una nuova crisi umanitaria alle porte dell’Europa.

la devastazione dell’ospedale di Msf dopo l’attacco dell’Isis, costato decine morti: https://www.repubblica.it/esteri/2020/05/15/news/afghanistan_la_denuncia_di_msf_sparavano_alle_madri_-256686594/

Quale sarà il futuro post covid

Con tutto il mondo concentrato sulla pandemia da covid-19, l’attenzione su queste aree è diminuita, ma continuano le violenze e le violazioni dei diritti umani, come in Egitto dove continua la repressione contro chi protesta nei confronti del regime. Ancora una volta l’ONU si sta dimostrandosi impotente di fronte a queste crisi, e i suoi appelli continuano a cadere nel vuoto. La speranza che il virus potesse portare a una pace si è rivelata illusoria. Il rischio più alto è che, finita l’emergenza sanitaria, L’UE e i suoi alleati, indeboliti, si trovino minacciati da una nuova crisi politica e umanitaria.

Manuel Morgante
Manuel Morgante
Nato a Pesaro il 15 febbraio del 1998. Ho frequentato il liceo linguistico di Pesaro e attualmente studio storia all'università di Bologna. Ho la passione per lo sport, l'attualità, la politica e il giornalismo.

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