lunedì, 29 Aprile 2024

La Femme Fatale secondo la Gen-Z

Se pensiamo alla classica femme fatale ci viene in mente una figura femminile rappresentata in vari contesti cinematografici e letterari, le sue caratteristiche sono quelle di una donna forte, determinata, estremamente affascinante, talvolta cinica e che certamente non passa inosservata per strada.
Grazie ai movimenti di emancipazione delle donne queste cominciarono a essere viste come una minaccia. Non solo hanno occupato sempre più spazio in molti settori della società, ma hanno anche adottato un nuovo atteggiamento. La figura femminile inizia ad associarsi al pericolo.
Ma questo è lo stereotipo classico e forse anche superato, quindi cosa ne pensano quelli della generazione Z, i nuovi protagonisti del web che ormai hanno soppiantato i millennials approdando su Instagram e TikTok e dettando loro le leggi del trend?

Gli zoomers sono quelli nati tra la seconda metà degli anni Novanta e il 2010.
Certamente avranno un’idea diversa di quella che è una vamp. Magari si rifanno a figure femminili viste in serie TV o film molto più moderni, non più un’Ava Gardner ma magari una Scarlett Johansson nei panni di Natasha Romanoff.

Effy Stonem: una teen-vamp

Iniziamo prendendo come esempio un’icona ibrida tra la tradizione millennial e quella posteriore, ovvero Effy Stonem. Lei è l’eccentrica e disturbata protagonista indiscussa della seconda generazione del teen drama Skins UK. Occhi di ghiaccio, trucco e stile grunge, ma quello che strega di più è la sua attitude e approccio di sfida nei confronti della vita e del prossimo. È l’incarnazione di una moderna Medusa, che invece di pietrificare chiunque la guardi negli occhi, lo incanta e lo seduce facendolo suo ammiratore.

Kaya Scodelario interpreta Effy Stonem in Skins UK

Effy rientra perfettamente nella figura della vamp, che col cinema moderno ha un legame indissolubile con quelli che sono i piaceri viziosi della vita: alcol, fumo, droga e disinibizione sessuale. Tutti fattori che appaiono accattivanti e riescono ad essere romanticizzati in un’aesthetic che fa gola soprattutto agli adolescenti. Dall’altra, però, rimandano anche ad una dimensione mistica di malinconia e solitudine che contribuisce a creare l’atmosfera della donna inavvicinabile e impossibile.
Chiunque provi ad entrare in un contatto profondo con questa figura rischia di rimanerne incatenato e di stringere un legame con la morte, altro concetto radicato nella femme fatale.

Per essere precisi non è tanto il concetto di morte, quanto quello di destino ad essere preminente, come dice lo stesso nome “donna fatale”. Dal fato, appunto, non si riesce a sfuggire. I suoi comportamenti sono in primis privi di calcolo, non perché ella non sia astuta, ma perché si lascia trasportare dalle circostanze, proprio come la folla che la trascina nella pista da ballo di una discoteca.

Ma se usciamo dallo schermo televisivo per passare a quello dello smartphone, il regno indiscusso della Gen Z, chi è la vamp?

Addentriamoci su TikTok, dove ogni giorno milioni di persone pubblicano brevissimi spezzoni di vita quotidiana nei quali danno consigli di stile, mostrano i propri outfits e creano contenuti il più piacevoli possibile da vedere.
La particolarità di questo social è un algoritmo così sofisticato che permette alle persone giuste di vedere i contenuti giusti. La tua “home page” diventa la “for you page” proprio perché è costruita in base ai tuoi interessi (basati sui likes) e al tempo medio passato su un certo tipo di video.

Gli zoomers sono stati definiti la generazione più diversificata e multiculturale finora. Innamorati della diversità e dell’inclusione, oltre che dell’attenzione per uno stile personale molto intimo.
Perciò la femme fatale per loro potrebbe avere tutt’un altro significato: è la ragazza che beve tè matcha e fa yoga, o quella che viene chiamata “messy french girl”, con la frangia disordinata, sigaretta e trench? O ancora potrebbe essere l’e-girl, oppure quella che segue l’estetica “year 2k” e indossa solo tute della Juicy Couture?

La risposta è semplice: lo sono tutte

Se l’apparizione della femme fatale coincide con la creazione dei primi movimenti di emancipazione femminile, nel 2021 possiamo affermare diversamente. Grazie alla quarta ondata di femminismo e alla sua veloce espansione tramite il web, le donne moderne hanno concepito un nuovo modo di affermarsi nel mondo attuale, combattendo giorno dopo giorno contro le ingiustizie di matrice sessista.

Prima dell’avvento del Romanticismo (e del movimento per la liberazione delle donne), il sesso femminile era poco rappresentato, ma soprattutto poco diversificato, nel mondo della cultura. Sono stati costruiti tre stereotipi fondamentali: la moglie e la madre, il mistico e la strega e/o la prostituta.
In questi ultimi decenni (molti di meno di quelli che pensiamo) siamo riusciti a distaccarci da queste “gabbie di pensiero”. Abbiamo capito che la donna, sia fisicamente ma soprattutto caratterialmente, non è solo una, taciturna e misteriosa o passiva e pudica, ma sono tante.

Non è più nemmeno quella degli ultimi anni ’90 o primi anni 2000, la vamp reincarnata nella top model: Kate e Naomi sono solo due esempi di questo lato femminile. La donna sregolata e di cattivo umore, ma allettante e irresistibile, che era inavvicinabile proprio perché sfilava in abiti unici sopra passerelle innalzate.

La femme fatale moderna, quella della Gen Z, è una donna che non vuole piacere agli uomini ma vuole essere d’ispirazione per altre donne. O come direbbero su TikTok “she’s written by a woman”.

Fonti: Osvaldo Duilio Rossi, Psychology Instructor

Benedetta Mancini
Benedetta Mancini
Studentessa di lettere moderne che ora è passata al mondo della comunicazione, fan della cultura in tutte le sue forme...il mio guilty pleasure è quella pop. Tratti salienti: un po’ troppo amante delle virgole.

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