lunedì, 09 Dicembre 2024

Riconoscersi: a Fiumicello Villa Vicentina il teatro comunità con “Terra di Racconti”

A Fiumicello Villa Vicentina, in provincia di Udine, sono tredici anni che, ad ogni appuntamento estivo, si svolge il progetto di teatro comunità Terra di Racconti. Ideato dal regista Antonio Tucci che lo conduce insieme all’attrice Desy Gialuz e la compagnia locale degli “Amis Furlans”, Terra di Racconti nasce con l’intento di creare un ponte tra culture e generazioni diverse.

Terra di Racconti: il racconto del passato

Durante i nove giorni di lavoro, dal 26 luglio al 2 agosto, il gruppo (composto da bambini, adolescenti e anziani) va a caccia di storie del passato, incontrando gli anziani del paese nelle piazze, per le strade e nelle loro case. I vecchi signori del posto sono sollecitati a raccontare il “com’era un tempo”, consentendo di scovare ai giovani teatranti il passato direttamente dai loro ricordi. Vengono condivise storie personali, racconti di altre persone, ricordi legati alla terra; così facendo, si interseca un confronto tra passato e presente, scevro da alcun giudizio etico e morale.

Nei giorni successivi, gli attori, guidati dai registi, rielaborano le storie raccolte, trasformandole in vere e proprie rappresentazioni teatrali. Per tre serate, gli attori si esibiscono nelle piazze e nei cortili del paese, mostrando questo teatro di storie agli abitanti di Fiumicello Villa Vicentina, come davanti a uno specchio, in ruoli scambiati.

Terra di Racconti, regia di Antonio Tucci.

Terra di Racconti: il teatro comunità è il teatro di tutti

Il tema drammaturgico è la vita di una comunità e di coloro che ne sono stati parte integrante. E’, dunque, un riconoscersi attribuendo ai propri racconti la dignità di qualcosa che può essere narrato e, in questo narrarsi, si cela la possibilità della comprensione di un vissuto personale e collettivo. Una volta essersi riconosciuti nella propria storia o di quelle di altri e averne trovata consapevolezza, il narrato diventa esperienza intesa come passato-presente; un passato che si fa patrimonio e strumento per comprendere la contemporaneità.

Il processo drammaturgico sulle storie porta ad un risveglio: prendere coscienza di un qualcosa che si sapeva ma non si sapeva di sapere, una storia che era lì, a portata di mano, nei risvolti sottaciuti della memoria, che riemerge e trova spazio nel presente.

Un racconto non è un semplice insieme di frasi confuse, è qualcosa di più: è un’opera narrativa che organizza le sue vicende scegliendo ciò che è significativo, condensando la vita, accelerandone o rallentandone l’esposizione, costruendo relazioni fra gli eventi, fra gli eventi e le condotte, fra le condotte e le personalità di chi le ha poste in essere e, infine, tra le personalità stesse ed i casi fortuiti, le coincidenze.

Con la narrazione teatrale il racconto trova un suo ordine, non è semplicemente il modo in cui la vita si da, ma è il modo in cui la vita acquista significato grazie alla forma in cui l’attore, nel suo raccontare, gli conferisce. La narrazione teatrale diventa, così, un procedimento cognitivo per il fatto stesso di disporre ricordi e riflessioni secondo un profilo scenico.

Terra di Racconti, regia di Antonio Tucci.

Terra di Racconti: ricordare per costruire

Attraverso l’arte teatrale, il progetto cerca di creare un momento di condivisione e di dialogo, dove le storie dei più anziani sono valorizzate e trasmesse alle generazioni più giovani. L’obiettivo è quello di preservare e tramandare la memoria di un tempo passato attraverso la potenza evocativa del teatro.

Per gli attori, l’incontro con gli anziani consente il contatto con un tempo sconosciuto e dimenticato, per districarsi in una lingua non sempre comprensibile, ascoltatori attoniti, divertiti e commossi, non dimentichi del “mestiere” e quindi attenti alle forme oltre che ai contenuti.

Attori in gara col tempo, per scegliere, limare, comporre e dare corpo alle parole, ad allenarsi al teatro; pronti ad improvvisare, ad essere in scena con la memoria insicura, con gli imprevisti della piazza ma ad essere in scena. Ancora l’idea è quella di portare il teatro fuori dai luoghi abituali e portarlo là dove non è mai arrivato; un teatro che non nasca dalla parola scritta, ma dalla parola  viva di chi l’ha vissuta  in  prima  persona.

Terra di Racconti, regia di Antonio Tucci.

Terra di Racconti: l’efficacia del teatro in narrazione

Nelle tredici edizioni di Terra di Racconti sono stati incontrati circa 140 testimoni che hanno raccontato le loro storie di vita: frammenti, immagini, personaggi. Storie raccontate senza pudori. Storie raccontate, comunque, con vivacità e con maestria narrativa da chi le ha vissute sulla propria pelle o ne è stato testimone diretto e le porta con se’ come tatuaggi leggeri, qualche volta profondi. Attraverso le loro storie è possibile ricostruire il passare del tempo e come la vita sia mutata, trasformata.

Storie familiari: il matrimonio, i figli. Storie legate all’economia: la nascita e lo sviluppo di attività commerciali, imprenditoriali. Racconti legati alle professioni: il maestro, il vigile, la sarta, il farmacista. Ricordi della collettività: le feste, le attività sportive e ricreative. Storie preziose per comprendere il presente di una comunità e, nel contempo, storie ricche di umanità e di valori. 

L’efficacia di un teatro “in narrazione” è proprio dovuto alla sua capacità evocativa in grado di innescare la memoria di una comunità partendo da piccole storie locali, minime ed invisibili, vissute da antieroi di un passato che quasi sfiora il presente così da non perdersi nell’oblio per diventare racconti condivisi e trasmissibili considerati beni comuni e imprescindibili. 

Una memoria individuale e collettiva che il progetto teatrale Terra di Racconti riesce ad ogni edizione a far riemergere dall’oblio per valorizzarla, restituirne senso e significato e, infine, costituire uno di quei punti di riferimento che rinforzano l’identità e il sentire condiviso di una comunità.

Asia Vitullo
Asia Vitullohttps://www.sistemacritico.it/
Asia Vitullo, abruzzese, classe 1997. Laureata in Filologia Moderna ad Urbino, proseguo il mio cammino tra i letterati, un po’ come il protagonista di Midnight in Paris, sorseggiando un tè e sognando la Torre Eiffel. Adoro il cinema, il teatro e gli ossimori. La mia più grande fonte di ispirazione è Pier Paolo Pasolini e vivo nella speranza di poter dare ancora una voce alle sue parole.

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