La Spigolatrice di Sapri, contadina e battagliera
La settimana scorsa, a Sapri, è stata inaugurata una statua in omaggio alla Spigolatrice, realizzata dallo scultore Emanuele Stifano su commissione del Comune campano.
La statua raffigura la figura della Spigolatrice di Sapri, protagonista della poesia risorgimentale di Luigi Mercantini.
Nella celebre poesia “eran trecento, giovani e forti e sono morti…” la spigolatrice è un’osservatrice imparziale, che non giudica, ma viene piuttosto travolta dalla visione della tragica spedizione.
Invaghendosi dell’energia vitale dei liberatori e sognando la liberazione, essa abbandona il lavoro e si unisce alla missione.
Come raffigurarla, date le premesse?
Considerate le premesse, ci si potrebbe aspettare una rappresentazione della Spigolatrice come gloriosa patriotta, in una posizione fiera o in atto battagliero, a omaggiare i moti risorgimentali.
Meglio ancora, attenendosi ai versi, la Spigolatrice potrebbe essere rappresentata con le vesti tradizionali, intenta nel suo lavoro, con lo sguardo magari straziato, a indicarne lo sgomento descritto dal poeta, prima di unirsi.
E invece no.
La Spigolatrice è stata rappresentata con un abito succinto, trasparente unicamente sulle natiche.
Il suo sguardo ammiccante e il viso girato di tre quarti la ritraggono come una vanitosa celebrità, in posa per i fotografi.
Il che non solo è di cattivo gusto, vista la commissione, il valore e la posizione della statua, ma è soprattutto insensato. Le vesti della Spigolatrice, attillate e trasparenti, sarebbero pertinenti in ben poche circostanze, e sicuramente non in questa.
Questione di intenzione
Se qualcuno anche dice che sì, le statue antiche erano spesso nude, bisogna capire in quale contesto e secondo quale logica lo fossero.
La statue classiche ritraenti nudi, volevano rappresentare eroi, dèi o defunti, in maniera celebrativa, ritraendo dei nudi immacolati e perfettamente proporzionati. E questa prassi è lungi dal sessualizzare i corpi dei modelli, anzi, li cristallizza in una dimensione eterea ed irraggiungibile, lontana dalla carne (almeno nella maggior parte dei casi).
Il problema sta proprio nell’intenzione; come dice lo stesso scultore:
Abbiamo, ancora una volta, una figura femminile, la Spigolatrice, letteralmente scolpita dagli occhi di un uomo, secondo ciò che è un ideale di donna: con le chiappe esposte dalla “brezza marina”.
Grazie per aver fissato uno standard per noi, così da ricordarci cos’è una donna ideale e come dovremmo tutte essere.
Essa viene raffigurata senza né arte né parte, in una via di mezzo tra una pin up fatiscente e una giovane formosa pronta per andare a dormire, suppongo.
L’opinione pubblica si è divisa.
C’è chi sostiene che l’arte, in quanto tale, non possa essere volgare e che, anzi, siamo schiavi del politically correct, che incanala le nostre energie in dibattiti superficiali.
Chi sostiene questa posizione, proclamandosi progressista, potrebbe anche aggiungere che ci sono problemi sociali più grandi da affrontare rispetto all’osannata statua.
C’è chi invece sostiene che sia sessista: la rappresentazione travisata e volgare della contadina non sarebbe altro che un rigurgito patriarcale.
È forse vero che è un dibattito vuoto e superficiale?
Non proprio.
Il dibattito non è vuoto
Innanzitutto, essendo un’opera pubblica e finanziata dal comune, è bene che i cittadini vi si interessino ed esprimano il loro parere, in tempi in cui l’arte viene circoscritta troppo spesso solo ai musei.
La rilevanza, poi, logicamente non è prioritaria rispetto ad enormi problemi legati al sessismo a cui assistiamo giorno dopo giorno; tuttavia, abbiamo il potere di essere multitasking e tenere aperte più finestre contemporaneamente, se così la vogliamo vedere.
Pertanto il dibattito di per sé, è pur sempre uno strumento democratico. Ed è difficile vedere come la “mera” discussione possa togliere spazio a tutte le altre questioni di interesse.
Lo stesso piuttosto non si può dire di un’agenda imposta secondo interessi più o meno espliciti, dalla quale siamo quotidianamente catturati, ma questo sarebbe un altro discorso.
Spigolatrice: figura della resistenza declassata
Ad ogni modo le bronzee natiche della povera Spigolatrice hanno scosso un po’ tutti.
Anche l’entusiasta Lino Miraldi, che ogni anno dirige concorsi di bellezza, ha tenuto a premiare pubblicamnete la spigolatrice col titolo di Miss Dieta Mediterranea.
Quindi da contadina a starlette c’è voluto poco, giusto un velo, pietoso, privo di cognizione di causa.