lunedì, 29 Aprile 2024

I nuovi orizzonti del diritto

Nuove opportunità

Al giorno d’oggi pochi si esprimono positivamente tanto quanto sta facendo la Commissione europea riguardo il futuro delle professioni giuridiche, sociali e culturali.
Con uno strumento, lo Skills Forecast, le è infatti possibile prevedere le tendenze future dell’occupazione tra oggi e il 2030.

Secondo gli ottimisti, ovviamente, il nostro sarà un mondo roseo e ci sarà lavoro per chiunque. Ma sarà davvero così?

Questo momento storico presenta numerosi cambiamenti: le rivoluzioni tecniche sono molto più frequenti oggi rispetto ai secoli passati. Basti pensare al dilagante utilizzo dei computer, a cui sono seguiti Internet, gli smartphone, le cripto valute e infine l’AI.

Tutto ciò può presentare non poche difficoltà per la popolazione lavorativa, alla quale è richiesto un aggiornamento non indifferente.

L’altro lato della medaglia sono le crescenti opportunità che si presentano alle future generazioni che però devono stare al passo, cosa richiesta anche alle Nazioni su ricerca e sviluppo.

Il treno è già partito ma è ancora possibile salirci a bordo se gli interessati riescono a cogliere l’occasione.

Cosa richiede il mercato

I titoli, le competenze e le skills richieste sono diverse da quelle del mondo del lavoro di 20 anni fa e negarlo sarebbe una vera e propria condanna.

Il lavoro c’è (e anche tanto). Va solamente cercato negli ambiti giusti e la componente del timing gioca un ruolo essenziale.

Si stima che, con le recenti rivoluzioni tecnologiche, i posti di lavoro disponibili aumenteranno rispetto agli scorsi decenni.

Insomma, per chi riesce ad aggiornarsi e a cogliere le occasioni, con un approccio mentale diverso dalle epoche precedenti, avrà maggiori opportunità. Chi rifiuta di abbracciare il cambiamento avrà la strada tutt’altro che spianata.

I settori del futuro

Questi ragionamenti sono applicabili a ogni professione e in particolare è interessante analizzare ciò che sta accadendo nel mondo dei giuristi, in Italia molto arretrati e spesso ostinati.

Scarseggiano i laureati con le competenze corrette e veramente utili per il mercato e per il progresso. L’orientamento lontano dalle materie emergenti dimostra quanto in Italia ci sia spesso un approccio lento, polveroso e restio nei confronti dei cambiamenti inevitabili nel mondo del lavoro.

Il progresso scientifico, le tecnologie digitali (prima su tutte l’AI), la sostenibilità ambientale, la globalizzazione, la protezione dei dati e la proprietà intellettuale sono solo alcuni degli ambiti con più richiesta di lavoro e i giuristi avrebbero enormi possibilità.

Figure professionali richieste

Sono carenti figure come il DPO (Data Protection Officer), il giurista d’impresa o l’avvocato d’affari internazionale che hanno la capacità di mediare tra il diritto, costantemente indietro rispetto all’avanzamento tecnologico, e ingegneri e tecnici che viaggiano a velocità impensabili per i dottori del diritto. Il consulente legale ricoprirà un ruolo sempre più di spicco negli ambiti più svariati del diritto; ultimamente spesso ci si rende conto che è bene intervenire legalmente nelle vicende, per quanto possibile, ex ante invece che ex post poiché prevenire è meglio che curare. Tante altre figure professionali sono ancora inesistenti.

Le novità più rilevanti sono tre: il machine learning, sottoinsieme dell’intelligenza artificiale che si occupa di creare sistemi che apprendono o migliorano le performance in base ai dati che utilizzano, la black box, l’impossibilità di “guardare dentro” il meccanismo di funzionamento del sistema da parte degli stessi programmatori che è peraltro la massima espressione della opacità, e la protezione dei dati e l’utilizzo degli stessi con il sistema di controllo DPIA (Data Protection Impact Assessment) ex art. 35 GDPR.

Le questioni giuridiche sollevate principalmente da queste novità sono delle preziosissime opportunità per i giuristi di lanciarsi in nuovi settori senza rimanere rilegati a quelli più tradizionali ormai saturi.

La figura del giurista sarà sempre più dinamica, in continuo aggiornamento e non rilegata a una scrivania ma molto più mobile e in relazione e collaborazione con esperti di settori apparentemente diversi da quello giuridico.

Le figure tradizionali, come il notaio e l’avvocato, rimarranno essenziali ma a queste se ne affiancheranno altre che ricopriranno ruoli sempre più importanti nel mercato.

Un consiglio? Liberatevi degli schemi mentali fissi annidati nelle vostre menti. Spaziate con la creatività e formatevi su ciò che può veramente fare la differenza distinguendovi dalla massa e esplorando i nuovi orizzonti del diritto.

Giovanni Domenicucci
Giovanni Domenicuccihttps://www.sistemacritico.it/
Non sopporto la montagna, non credo nei principi scout, non parlo mai di politica, non mi piace dibattere su questioni giuridiche e dico bugie. Studio giurisprudenza nella città che ritengo, a mani basse, stupenda: Trento.

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