giovedì, 02 Maggio 2024

Il mondo erotico di Gustav Klimt

Gustav Klimt è sicuramente uno degli artisti più iconici di tutti i tempi. La sua produzione artistica continua ad affascinare intere generazioni, soprattutto per il sottile equilibrio tra Eros e Thanatos e per la rappresentazione di donne sensuali e fatali avvolte in decorazioni geometriche e dorate.

Fotografia d'epoca che ritrae Gustav Klimt con un gatto in braccio di fronte il suo atelier.
Gustav Klimt era un grande amante dei gatti.

Breve biografia

Figlio di un orafo e di una cantante lirica, nasce a Vienna nel 1862 e studia alla Scuola di Arti e Mestieri di Vienna.

Nel 1897 è tra i fondatori della Secessione viennese, di cui diventa uno dei principali esponenti.

Collabora alla progettazione del Palazzo della Secessione e alla redazione della rivista Ver Sacrum. Nel 1902 realizza per il palazzo un fregio ispirato alla Nona sinfonia di Beethoven che simboleggia la vittoria dell’arte sulle avversità.

Muore nel 1918, colpito da ictus e polmonite, conseguenze della pandemia di influenza spagnola.

Gustav Klimt: non solo oro

Sebbene sia ricordato per la raffigurazione di donne sinuose avvolte in cascate dorate, non possiamo dimenticare che nelle sue opere fa anche largo uso del colore. L’utilizzo dell’oro appartiene solo ad una delle sue fasi artistiche, ed è legato al viaggio a Ravenna (1903).

Inoltre, parallelamente, si dedica anche alla pittura di minuziosi paesaggi in cui indaga la natura escludendo la presenza umana.

Dipinto di paesaggio. Rappresenta una chiesa e alcune case circondate dalla vegetazione e affacciate sul Garda.
Gustav Klimt, Chiesa a Cassone sul Garda (1913).

Negli anni 10 del ‘900, in seguito ad un periodo di crisi personale ed artistica, rinnova la sua pittura e si dedica alle possibilità espressive offerte dal colore.

Lo stile dorato porta alla bidimensionalità e alla stilizzazione e impedisce l’analisi psicologica del soggetto, così Klimt si lascia affascinare dai dipinti di Bonnard, Matisse e Munch esposti nel 1909.

Nelle opere di questi anni troviamo un contrasto cromatico che anticipa le correnti espressioniste e che ispirerà pittori come Egon Schiele ed Oskar Kokoschka.

Nella tarda produzione, Klimt alleggerisce ulteriormente la decorazione per dedicarsi principalmente alla ritrattistica, soprattutto quella femminile accompagnata da decorazione floreale.

L’arte è erotica

Per tutta la sua vita Klimt è affascinato dalle donne: le dipinge in tutti i modi e si racconta che nel suo atelier amasse circondarsi di modelle nude anche quando non doveva dipingere.

Ne studia i movimenti, la sinuosità del corpo, lo sguardo e il mistero della loro femminilità. Che siano vestite con abiti sfarzosi o completamente nude, le figure femminili di Gustav Klimt ci attraggono e ci seducono come le sirene dell’Odissea.

Nella sua arte è presente una forte componente voyeuristica che ci coinvolge e vediamo le donne con gli occhi del pittore.

Anche quando sono vestite con abiti ampi, cappelli eleganti e colli di pelliccia immaginiamo la morbidezza delle carni che si cela sotto gli indumenti.

La componente erotica domina l’intera produzione di Klimt, e questo lo rende bersaglio di critiche da parte di alcuni intellettuali. L’università protesta per il progetto artistico dell’aula magna, Adolf Loos parla di “inquinamento erotico” delle sue opere.

Klimt risponderà alle critiche in modo irriverente dipingendo donne sorridenti che esibiscono la propria nudità senza pudore e facendo una caricatura di sé stesso in cui mostra i genitali.

Lo studio del corpo femminile

Se vogliamo conoscere Gustav Klimt in tutta la sua complessità, non possiamo limitarci alla produzione pittorica, ma dobbiamo allargare l’orizzonte ai sui disegni, parte integrante del percorso artistico.

Klimt ci ha lasciato più di 3000 disegni, ignorati dalla critica per molti anni.

I disegni ci rimandano al voyeurismo e alla voglia di conoscere ed esplorare la femminilità: emerge l’intimità con la modella e rappresentano la visione più spontanea del pittore, rispondendo a principi creativi estremamente personali.

Ma i disegni non devono essere interpretati solo come supporto all’attività pittorica: «il corpus grafico deve essere interpretato come un universo parallelo a quello pittorico» (Marian Bisanz-Prakken).

Le sue opere sono l’essenza del piacere e della voluttà: sensualità, erotismo ed estetismo sono sempre presenti, nelle forme morbide del corpo, negli occhi vivaci, nelle labbra e nelle guance rosse.

Il grande merito di Klimt è stato quello di rappresentare le donne in modo inedito e personale e di normalizzare la nudità femminile. Anche quando ritrae le donne nelle pose più audaci non è mai volgare, mantiene sempre una sensazione di intimità, sensualità, naturalezza e, a volte, tenerezza.

Klimt riprende l’dea di erotismo dai giapponesi, in cui la tensione erotica si manifesta nel gioco tra ciò che è visibile e ciò che è celato.

La donna viene disegnata e dipinta in ogni posizione e atteggiamento. Anche quando è rappresentata vestita, prima di celarla sotto indumenti ed ornamenti, l’artista desidera tracciare l’immagine della donna nelle pose più segrete e nella propria intimità.

Eros e Thanatos

La donna è la massima rappresentazione dell’Eros, spesso affiancato a Thanatos: ed ecco che le donne klimtiane diventano anche femmes fatales, audaci, fiere e pericolose.

Klimt nella sua poetica espressiva riprende Freud e ricorre ai due impulsi umani che governano l’universo: la pulsione di vita e di morte (Eros e Thanatos).

La donna, portatrice di vita, stimola Eros, ma Thanatos, morte e tendenza autodistruttiva, incombe su di noi e sulle nostri carni mortali.

Klimt sa che per celebrare la vita, bisogna parlare anche della morte: piacere e dolore sono indissolubilmente legati, per questo le sue opere sono pervase da una sottile malinconia e da un lieve decadentismo.

L’arte di Klimt, nonostante l’aspetto sfarzoso, per certi versi è molto semplice: parla di vita, morte e desiderio, che sono alla base della nostra esistenza.

La Morte, a sinistra, vestita con un mantello blu dalla fantasia geometrica, osserva il gruppo di figure a destra composto di donne, un bambino ed un uomo. Lo sfondo scuro e i colori della Morte contrastano con i colori accesi del gruppo di persone.
Gustav Klimt, Morte e Vita (1916).

Klimt: Le tre età, Introduzione di Philippe Daverio. Corriere della Sera: I capolavori dell’Arte; Milano, 2014.

Gilles Néret. Klimt. Taschen, 2011.

Gustav Klimt: tutti i dipinti. A cura di Tobias G. Natter. Taschen, 2017.

Monica Marcoleoni
Monica Marcoleonihttps://www.sistemacritico.it/
Laureata in Beni Culturali a Padova. Un po’ guida turistica e un po’ bibliotecaria, a 29 anni non ho ancora capito cosa farò da grande. I problemi li risolvo con tisane, popcorn e spritz al Campari. Amo l’arte, la letteratura, il cinema, la buona musica e le paperelle di gomma. Credo nell’accessibilità della cultura e delle informazioni. Odio le ingiustizie e quando mi arrabbio dovrei contare fino a 10 prima di parlare. Adoro il mio brutto carattere e il mio equilibrio instabile.

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