venerdì, 13 Dicembre 2024

Critica all’Occidente

Puntare il dito

È consuetudine lamentarsi delle scelte dei politici, dello Stato, delle organizzazioni internazionali e puntare il dito nei momenti di difficoltà senza però chiedersi quale sia la nostra responsabilità.

È consuetudine protestare contro un sistema definito ingiusto o contro un ristretto manipolo di uomini come se tutte le conseguenze negative esistenti sulla faccia della Terra fossero conseguenza delle loro scelte.

Due aspetti delle critiche

Anche questa volta non è stato diverso dalle precedenti.

Dallo scoppio della guerra in Ucraina è stato un crescendo di malcontento nei confronti della Nato, della UE, del sistema capitalista. In poche parole nei confronti dell’Occidente.

Da un lato questa critica è positiva perché è sintomo di libertà di pensiero e di espressione, perché vuol dire che i cittadini provano a interrogarsi sulle cause di ciò che sta accadendo e perché c’è una tendenza a migliorarsi. È anche sintomo di comunità e senso del dovere: ci sentiamo, giustamente, chiamati in causa.

D’altro canto spesso le conclusioni sono affrettate e sproporzionate. È doveroso mantenere la giusta misura e il giusto equilibrio.

Politica

A livello politico, l’idea su cui si basa questo istinto anti-occidentale, in apparenza solidale con i popoli oppressi, è che in fondo soltanto noi occidentali abbiamo la responsabilità di migliorare il mondo, mentre altrove, in mancanza di civiltà, l’innocenza e l’ignoranza sono così forti che non esiste vera differenza tra buono e cattivo, dittatore e suddito, tra invasore e invaso.

Questo pensiero è irrispettoso nei confronti del “non occidentale” poiché non gli si imputa alcuna responsabilità, che è l’elemento essenziale della libertà.

Non solo, questo pensiero mina la dignità del singolo perché, se è vero che la cultura e l’istruzione sono necessarie per comprendere il giusto e lo sbagliato, spogliare l’uomo della propria capacità di schierarsi implica ammettere che non sa scegliere tra il bene e il male.

Sistema economico in Occidente

Come il “selvaggio”, per chi accusa l’Occidente, non ha responsabilità, anche il povero ne è esente.

Non si può negare che in determinati casi possedere denaro possa influenzare alcune decisioni, ma anche in questo caso per non togliere dignità è doveroso rendersi conto che il povero, come il ricco, ha capacità decisoria.

Comune pensiero è che il sistema capitalista sia il male, il che (con tutti i difetti del caso) mina nuovamente la responsabilità dei cittadini.

Colpevolizzare un sistema è sempre facile. Più difficile è assumersi le proprie responsabilità e sapersi muovere correttamente all’interno di quel determinato sistema. Il più delle volte non è il sistema sbagliato, bensì i comportamenti degli uomini, errati a prescindere dal tipo di sistema esistente.

Inoltre, con tutti i difetti che ha il capitalismo, è probabilmente il sistema più giusto che tende alla meritocrazia e alla libera discrezionalità del cittadino di assumersi le proprie responsabilità, in più ordinamenti con la presenza dello Stato che regola e contiene questa discrezionalità.

Istituzioni e stampa in Occidente

Spesso vediamo politici e membri delle più importanti istituzioni come “usurpatori di poltrone” e non mancano le volte che si presentano uomini e donne incompetenti.

D’altro canto, per mantenere un sistema complesso come il nostro, è necessario il lavoro di diversi professionisti, istruiti e coscienziosi, che dedicano la loro vita al miglioramento e alla conduzione della società.

Con tutti i difetti che possono esserci, godiamo delle istituzioni più democratiche e libere al mondo.

Discorso analogo si potrebbe fare con la stampa dove in Occidente l’informazione è meno controllata rispetto al resto del mondo.

Riassumendo

Negare l’esistenza di difetti sarebbe scorretto e incompleto.

Dovrebbe essere necessario, per un sano e consapevole progresso, chiedersi dove siano gli errori e come migliorarli.

È quindi doveroso rendersi conto che in Occidente non siamo spogliati delle nostre responsabilità, viviamo in un sistema economico ben organizzato e godiamo delle migliori istituzioni.

È in Occidente che c’è maggiore libertà ed è importante capirlo per fare del mondo un posto migliore. La nostra non sarà la società migliore (ma d’altronde le utopie restano tali), però può essere senza dubbio un modello per gli altri Paesi, dai quali comunque anche noi abbiamo da imparare.

Giovanni Domenicucci
Giovanni Domenicuccihttps://www.sistemacritico.it/
Non sopporto la montagna, non credo nei principi scout, non parlo mai di politica, non mi piace dibattere su questioni giuridiche e dico bugie. Studio giurisprudenza nella città che ritengo, a mani basse, stupenda: Trento.

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